Andrea, 34 anni, mi ha contattato tramite il blog perché voleva la mia opinione indipendente sul suo portafoglio:
Sta scegliendo strumenti efficienti?
Quanto costano i suoi fondi?
Il suo consulente bancario gli sta realmente proponendo soluzioni di qualità?
Andrea ha investito in una serie di fondi Mediolanum, e mi ha chiesto di valutarne la qualità e l’efficienza.
Oggi voglio mostrarti un estratto del mio lavoro di valutazione del portafoglio di Andrea.
Se anche tu vuoi capire qual è la qualità e l’efficienza del tuo portafoglio, questo è il tipo di lavoro che posso fare per te.
Cosa mi serve sapere
Per fare questo tipo di analisi mi occorrono almeno due cose: l’estratto del portafoglio (nome dei fondi, il loro codice ISIN, controvalore, eccetera) e il Rendiconto Costi e Oneri Mifid II relativo all’anno precedente, quest’ultimo almeno nella sua forma aggregata.
Entrambi i documenti sono facilmente scaricabili dal proprio home banking. In alternativa puoi rivolgerti al tuo referente bancario.
Mi sono concentrato soprattutto su tre aspetti:
- capire quanto costa il portafoglio
- verificare l’eventuale presenza di rischi inutili
- infine, confrontare la qualità dei fondi di Andrea analizzando i benchmark di mercato (noti e trasparenti).
Grazie a quest’analisi sono stato in grado di comunicare ad Andrea se il suo portafoglio è di buona qualità.
Panoramica portafoglio
Ecco la situazione complessiva degli investimenti di Andrea aggiornati al 27.08.2024:
Nome fondo | ISIN | Controvalore 27/08/2024 | Peso percentuale sul portafoglio |
CHALLENGE EUROPEAN EQUITY FUND LA EUR | IE0004878967 | € 33.279,56 | 23,7% |
MBB MEDIOLANUM MORGAN STANLEY GLOBAL SELECTION LA EUR | IE00B2NLMT64 | € 37.733,71 | 26,9% |
SMFI MEDIOLANUM FLESSIBILE FUTURO ITALIA LA PIR ACC EUR | IT0001019329 | € 29.464,18 | 21,0% |
MEDIOLANUM EURO BOND LA UNITS | IE0004905935 | € 39.716,49 | 28,3% |
Totale | 140.193,94 € | 100,00% |
Di seguito riporto l’asset allocation macro del portafoglio di Andrea:
Prime considerazioni
Andrea ha un portafoglio aggressivo
Il portafoglio di Andrea è un portafoglio aggressivo composto per circa il 70% da azioni e per circa il 30% da obbligazioni.
A prima vista, gran parte dei fondi investe in mercati ampi (azionario europa, azionario globale, obbligazionario globale), e un fondo investe in un mercato meno profondo (azionario Italia).
Si tratta di un portafoglio rischioso, adatto a chi intende sostenere rischi importanti e vuole investire nel lungo periodo – almeno 10 anni.
Con questo tipo di portafoglio, Andrea sta cercando di esporsi ai mercati che con ogni probabilità avranno i rendimenti più elevati, ovvero i mercati azionari.
Ho posto delle domande
Il rischio di questo portafoglio è adatto per Andrea e per la sua situazione personale?
Quali obiettivi intende raggiungere?
Andrea ha elaborato una strategia per affrontare i periodi negativi che per forza di cose incontrerà lungo il suo cammino di investitore?
Queste sono le prime domande che ho posto ad Andrea, fondamentali per capire il suo livello di consapevolezza nel suo processo di investimento.
Fatte queste prime considerazioni, sono andato più nel dettaglio per analizzare la tipologia e la qualità degli investimenti di Andrea.
Analisi degli strumenti presenti in portafoglio
Ho analizzato per Andrea ogni fondo, evidenziando le caratteristiche rilevanti.
Di seguito troverai un estratto di questa valutazione, nello specifico ti riporto l’analisi sul primo fondo della lista – il fondo azionario con focus Europa.
Le considerazioni che farò su questo fondo sono valide anche per tutti gli altri, dal momento che tutti i fondi hanno mostrato una struttura simile con poche differenze.
MEDIOLANUM CHALLENGE EUROPEAN EQUITY FUND LA EUR - IE0004878967
Tipo di fondo
- Tipo: si tratta di un fondo aperto di tipo Unit Trust, nel quale possono confluire fondi fra loro complementari solitamente gestiti dalla medesima società. Questo tipo di fondi può essere di difficile comprensione.
- Obiettivo: L’obiettivo del fondo è ottenere una crescita del capitale a lungo termine. Investe in azioni europee e titoli correlati alle azioni, sia direttamente che indirettamente (ad esempio, investendo in derivati).
- Gestione Attiva: Il fondo è gestito attivamente, il che significa che il gestore ha piena discrezionalità sulla composizione del portafoglio del fondo e non è gestito con riferimento a un benchmark specifico.
Riporto la pagina dove è possibile scaricare il KID e il foglio informativo:
Benchmark
Il fondo non è gestito con riferimento a un benchmark specifico. Il gestore ha la flessibilità di modificare l’allocazione degli asset del fondo e selezionare gli investimenti a sua discrezione.
Costi
Riporto il profilo di costi come da KID:
Il costo del fondo Mediolanum è molto elevato, da un minimo del 3,4% annuo a un massimo del 6% annuo a seconda del periodo di detenzione del fondo.
I costi detraggono il 66% dei rendimenti
Questi costi riducono pesantemente i rendimenti percepiti dai clienti. Nella nota con asterisco si legge che se tu investissi [una cifra costante ogni anno] in questo fondo per tutto il periodo di detenzione raccomandato di 10 anni, nell’ipotesi che il rendimento medio annuo lordo del fondo sia del 5,2%, il rendimento annuo al netto dei costi sarebbe dell’1,8%.
Ciò significa che i costi detraggono circa il 66% dei rendimenti in un ipotetico piano di accumulo su questo fondo. Ai clienti resta in tasca solo il 34% – ma hanno messo il 100% del patrimonio e si sono presi il 100% del rischio.
Il conflitto di interessi
Si specifica inoltre che una parte di questi costi viene retrocessa a parti terze, come la persona che ha venduto il prodotto ai suoi clienti.
Questo introduce un importante tema di conflitto di interessi tra chi promuove l’attività di vendita del fondo, ovvero il consulente di banca, e chi il fondo lo compra, cioè persone come Andrea.
Cosa garantisce ad Andrea che il fondo gli sia stato proposto nel suo esclusivo interesse?
Purtroppo nulla, dato che la banca percepisce un pagamento dalla società di gestione del fondo ogni volta che il fondo stesso viene venduto ai clienti – pagamento detratto direttamente dal patrimonio dei clienti come Andrea.
Ho segnalato ad Andrea che il fondo Mediolanum potrebbe anche applicare degli ulteriori costi “di performance” su base trimestrale – ovvero costi extra applicati nei singoli trimestri in cui il fondo ottiene rendimenti al di sopra di un certo parametro evidenziato nel KID.
Strumenti efficienti come gli ETF, invece, costano circa lo 0,2%, non retrocedono commissioni di vendita, non hanno commissioni di performance e soprattutto permettono ai clienti di raccogliere tutto il rendimento generato dal mercato.
Analisi e valutazione
Il rischio gestore
Il fondo dichiara di investire principalmente in azionariato europeo, senza tuttavia specificare alcuna strategia, composizione di titoli, o benchmark di riferimento.
L’assenza di un benchmark svincola il gestore dalla possibilità che venga eseguito un confronto oggettivo per la valutazione delle sue performance.
La discrezionalità del gestore nella persecuzione di una strategia di investimento non nota, combinata all’assenza di un benchmark di riferimento, introduce un importante rischio gestore.
Tale rischio è dovuto principalmente al fatto che non si conosce come il gestore investa il denaro, e quali scelte esegua; oltretutto il fondo è costruito in modo tale da rendere impossibile la misurazione oggettiva della qualità della gestione del fondo stesso.
Questo fondo non è trasparente
L’attività di questo fondo risulta pertanto opaca e poco conoscibile.
In assenza di informazioni, l’unica alternativa possibile per comprendere la bontà dell’operato del fondo è quella di misurare i suoi rendimenti contro quelli di un benchmark di mercato noto e trasparente, basando il confronto sui dati più rilevanti (ovvero che il fondo investe in azioni europee a grande e media capitalizzazione).
Si individua così il confronto con un benchmark Azionari Europa (Mercati Sviluppati) – Large & Mid Cap.
Rispetto a tale benchmark, il fondo Mediolanum ha raccolto negli ultimi 5 anni meno della metà della performance generata dal mercato, ovvero il benchmark ha reso il 120% in più senza aggiungere alcun tipo di rischio:
Perché il fondo Mediolanum ha reso così poco rispetto all’indice di riferimento?
Il motivo di questa grave sottoperformance è da ricercare soprattutto negli elevatissimi costi del fondo Mediolanum, che potrebbero essere abbattuti investendo in un ETF che replichi passivamente il benchmark (costo circa 3,4% Mediolanum contro 0,12% – 0,20% di un ETF azionario Europa).
E gli altri fondi?
Come ti dicevo, tutti i fondi del portafoglio di Andrea condividono una struttura simile, sia quelli azionari che quello obbligazionario, anche nei costi.
Senza entrare nel dettaglio, ti riporto solamente i risultati del confronto con i benchmark che ho individuato:
- MEDIOLANUM MORGAN STANLEY GLOBAL SELECTION L-A EUR: ha reso il 64% in meno rispetto al suo benchmark in 5 anni (il benchmark ha fatto +70%, il fondo +25%)
- MEDIOLANUM FLESSIBILE FUTURO ITALIA L-A PIR ACC EUR: ha reso il 44% in meno rispetto al suo benchmark in 5 anni (il benchmark ha fatto +80%, il fondo +45%)
- MEDIOLANUM EURO BOND L-A UNITS: ha reso 260% in meno rispetto al suo benchmark in 5 anni (il benchmark ha fatto -5%, il fondo -13%)
Puoi eseguire questo confronto gratuitamente sul sito https://www.fondidoc.it/, inserendo il codice ISIN del fondo di tuo interesse (rivedi la tabella sopra per i codici).
Costi del portafoglio
Quanto paga Andrea per la consulenza della sua banca?
Un ulteriore passaggio della mia analisi consiste nel certificare che i costi del portafoglio a carico di Andrea effettivamente applicati dalla banca siano coerenti con quanto dichiarato nel KID di ciascun fondo.
Quanto sta effettivamente pagando Andrea per la consulenza che sta ricevendo? Quanto gli costa davvero questo portafoglio?
Ho così analizzato il rendiconto dei costi e degli oneri relativi al 2023 per il portafoglio di Andrea – il documento di cui parlavamo all’inizio.
Su questo documento sono visibili in forma aggregata ed esplicita le tre macro tipologie di costi gravanti sul portafoglio di un cliente:
- Servizi di investimento
- Pagamenti di terzi percepiti dall’intermediario (ricordi il discorso del conflitto di interessi?)
- Costi degli strumenti (costi di gestione, performance, turnover, e tutti i costi generati dall’attività di gestione degli strumenti, per esempio i fondi)
La risposta è che Andrea ha speso, nel 2023, circa 4.300 € per la consulenza ricevuta e per il mantenimento del suo portafoglio, pari al 3,56% del controvalore della giacenza media:
Giacenza media | € 120.856,84 | |
Costi Anno 2023 – Report MIFID II | Importo % | Importo Euro |
Servizi di investimento e/o servizi accessori | 0,00% | € 0,00 |
Pagamenti di terzi dovuto all’intermediario (la banca) addebitati al cliente nel corso del 2023 | 1,15% | € 1.393,78 |
Strumenti finanziari | 2,41% | € 2.907,09 |
Totale 2023 | 3,56% | € 4.300,87 |
I costi non mentono
Questi costi sono coerenti con quanto riportato nei KID dei vari prodotti.
Alla luce delle scarse performance registrate dal portafoglio rispetto agli indici di mercato presi come riferimento, tali costi appaiono del tutto ingiustificati, oltre che molto elevati.
Andrea sta pagando molto per ottenere poco.
Andrea mi ha riferito di non aver mai visto una transazione negativa sul suo conto corrente di 4.300 € a tale proposito, e nemmeno transazioni periodiche di importi minori (esempio 400 € al mese).
Dunque in che modo sono stati addebitati questi costi?
La risposta è che i costi degli strumenti finanziari come i fondi vengono applicati direttamente al controvalore dell’investimento, non sono espliciti sui conti corrente dei clienti. Andrea non potrà mai accorgersi della loro applicazione, perchè sono detratti direttamente dal NAV del fondo.
L’unico metodo di verifica è proprio quello di analizzare il Rendiconto Costi ed Oneri Mifid II.
Ho così esteso l’analisi dei costi anche al 2024, facendo una proiezione. Tenendo conto della giacenza media del portafoglio di Andrea di quest’anno, il 2024 si chiuderà verosimilmente con costi vicini ai 4.500 €:
Giacenza media 2024 (stima) | € 129.316,82 | |
Costi – Anno 2024 (stima) | Importo % | Importo Euro |
Servizi di investimento e/o servizi accessori | 0,00% | € 0,00 |
Pagamenti di terzi dovuto all’intermediario (la banca) addebitati al cliente nel corso del 2023 | 1,15% | € 1.487,14 |
Strumenti finanziari | 2,40% | € 3.103,60 |
Totale 2024 (stima) | 3,55% | € 4.590,75 |
In definitiva, solamente negli ultimi due anni, Andrea ha speso circa 9.000 € per la consulenza finanziaria ricevuta dalla banca e per il mantenimento del suo portafoglio, senza tuttavia ricevere un valore aggiunto dagli investimenti che ha sottoscritto.
Considerazioni
Il portafoglio di Andrea risulta composto da fondi Mediolanum che, alla luce dell’analisi, risultano inefficienti e costosi se confrontati con benchmark di mercato noti e trasparenti.
I fondi analizzati presentano una struttura complessa e opaca, e non stanno permettendo ad Andrea di raccogliere il 100% dei rendimenti generati dai mercati ai quali è esposto.
Cosa potrebbe fare ora?
Andrea potrebbe valutare di convertire il portafoglio Mediolanum con veicoli di investimento più efficienti, come gli ETF, che possono replicare i benchmark di mercato a costi minimi. Lo stesso portafoglio realizzato in ETF costerebbe infatti circa 400 €/anno (0,2% – 0,3% delle somme investite).
Andrea risparmierebbe oltre 4.000 € all’anno di costi inutili.
Per fare ciò, Andrea potrebbe muoversi in autonomia, disinvestendo i fondi Mediolanum e acquistando gli ETF che ritiene opportuni. In alternativa, potrebbe rivolgersi a un consulente finanziario autonomo e farsi aiutare in questo processo.
Andrea ha scelto la consulenza autonoma
Distinguere i diversi tipi di consulenza
Nel campo della consulenza finanziaria, l’unico modo che i clienti hanno di ottenere dei consigli nel loro esclusivo interesse è quello di rivolgersi a consulenti totalmente indipendenti, ovvero che per definizione non hanno legami economici con le banche, reti, o altre società di gestione.
Infatti, il conflitto di interessi viene eliminato alla radice solo se il cliente paga direttamente e solamente il consulente (come accade per qualsiasi altro professionista autonomo), e non la banca che eroga lo stipendio al consulente, in qualsiasi forma, per la sua attività di vendita.
Questo implica che nessun tipo di consulente che lavora in banca possa essere davvero indipendente, anche se dovesse consigliare qualche ETF. Manca il requisito fondamentale di indipendenza. Non c’è alcuna garanzia che un consulente di banca consigli i clienti nel loro esclusivo interesse, anzi, spesso danno consigli negli interessi della banca che li paga.
Come puoi verificare se il tuo consulente è indipendente? Chiedigli a che sezione dell’Albo OCF è iscritto o iscritta. Gli unici e veri consulenti indipendenti sono iscritti nella sezione dei Consulenti Finanziari Autonomi. Tutti gli altri non sono indipendenti, e se ti dicono di esserlo, sono passibili di denuncia.
Il piano finanziario di Andrea
Andrea ha così deciso di procedere con me per la gestione del suo portafoglio finanziario, in quanto posso offrirgli vera consulenza indipendente.
Più in generale, ciò che faremo ora sarà costruire un vero e proprio piano finanziario collegato agli obiettivi della sua vita. Essendo pagato solo da Andrea per il tempo che gli dedico, Andrea ed io abbiamo interessi allineati.
Cosa cerca Andrea dai suoi soldi?
Ci sono progetti personali che porterebbero Andrea ad impiegare le sue risorse investite?
Ci sono spese importanti programmate nell’arco dei prossimi 5 anni, come l’acquisto di un immobile?
Pur essendo giovane, Andrea sta ragionando sulla sua situazione previdenziale?
Come può Andrea difendere i propri risparmi dall’inflazione?
Queste ed altre domande rappresentano il cuore della pianificazione finanziaria per obiettivi. Andrea ed io costruiremo a tavolino un piano operativo coerente con le sue caratteristiche personali, i suoi sogni, le sue aspirazioni, i suoi bisogni, e poi lo aiuterò ad implementarlo.
Nell’arco dei prossimi 12 mesi, ci incontreremo diverse volte per imparare ad investire con efficacia ed efficienza, e svilupperemo una strategia di portafoglio basata su obiettivi dichiarati e condivisi, che monitoreremo man mano.
Quanto costa la mia consulenza autonoma ad Andrea?
Benchè ogni situazione debba essere valutata a sé in base al tipo di servizio che viene richiesto, il costo della consulenza autonoma è di gran lunga inferiore ai costi della classica consulenza di banche e reti osservati in questa analisi.
Scegliendo la consulenza autonoma e la riconversione del suo portafoglio, Andrea ha scelto di risparmiare migliaia di euro di costi che venivano inutilmente applicati ai suoi investimenti, che di fatto ne stavano riducendo il valore.
Questo, unitamente all’utilizzo di strumenti efficienti, si traduce automaticamente in rendimenti migliori per il futuro di Andrea.
Oltre a tutto ciò, Andrea sta anche guadagnando conoscenza e consapevolezza.
Se anche tu, come Andrea, intendi prendere in mano la tua situazione finanziaria e i tuoi investimenti in modo consapevole, puoi eseguire il suo stesso percorso e contattarmi a info@ilredidenari.it.
Se vuoi scoprire l’elenco dei consulenti autonomi divisi per regione in Italia, consulta la sezione “CF AUTONOMI” a questo link: https://www.organismocf.it/portal/web/portale-ocf/elenchi-iscritti
Mi troverai nella Regione Lombardia.
A presto,
Francesco
4 risposte
Buongiorno Francesco. Grazie per aver condiviso questa interessante analisi.
Buongiorno Fabio, felice di averti come lettore e di essere stato utile!
Bravo! Fai bene a far vedere queste cose. In Italia manca cultura finanziaria.
Ciao Giulio, grazie del complimento!