Ho ricevuto un’eredità: e adesso cosa faccio?
Succede così. Un giorno ricevi una telefonata, una lettera, un atto. E all’improvviso, la tua vita cambia. Un genitore, un parente stretto, qualcuno che ti ha voluto bene non c’è più. E con la sua assenza, ti lascia anche qualcosa di molto concreto: un patrimonio in eredità.
Non importa se si tratta di una somma sul conto, un immobile, delle azioni o una quota di un’azienda. Il sentimento iniziale è quasi sempre lo stesso: disorientamento. Molte persone, nei giorni successivi, si sentono travolte. Non solo dal dolore o dalla nostalgia. Ma anche da responsabilità nuove, scelte da fare, pressioni familiari, e un senso profondo di:
“E ora? Cosa faccio con tutta questa eredità?”
Come evitare il disastro finanziario
Il momento zero: quando l’eredità arriva (e con lei mille dubbi)
Ricevere un’eredità non è solo una questione economica. È anche, e soprattutto, un evento emotivo e identitario. Nel momento in cui si eredita un patrimonio, cambia completamente la prospettiva: si passa da figli a gestori. Questo passaggio può generare preoccupazioni, soprattutto se non si ha esperienza con la gestione di patrimoni importanti, oppure non si ha dimestichezza con finanza e investimenti.
Da un lato, quindi, il confronto con la perdita del defunto, che lascia un vuoto che può durare a lungo. Dall’altro, il futuro e la responsabilità della gestione del patrimonio ereditato.
Per questi motivi, spesso si tende a:
- Evitare di pensarci, lasciando tutto fermo “in attesa”;
- Oppure a fare scelte impulsive, per liberarsi da una sensazione di peso (vendo la casa, divido tutto, mi fido della banca…).
Ma entrambe queste reazioni – l’inerzia o l’impulsività – rischiano di trasformare un’eredità in un’occasione sprecata. La verità è che serve un approccio più consapevole. Serve un metodo.
Le 5 mosse fondamentali per chi ha ricevuto un’eredità
1. Fermati: la fretta è cattiva consigliera
Se hai ricevuto un patrimonio importante in eredità, il primo istinto può essere: “Devo fare qualcosa subito.” In realtà, questo è il momento peggiore per agire di impulso.
La fretta raramente è una buona consigliera, e nel campo della gestione di ampi patrimoni può diventare una pessima alleata decisionale. Si tratta infatti di uno degli errori più comuni nella gestione delle proprie finanze. Fermati un istante, e osservati. Perchè dovresti prendere una decisione immediata? Cosa ti sta realmente spingendo ad agire ora?
Se riconosci che le cause del tuo “Devo occuparmi di questo patrimonio adesso” derivano in realtà da pressioni familiari, dal senso di responsabilità, o da una innaturale urgenza di agire, prendi del tempo per pensare e rifiutati di entrare in azione subito. Si tratta di un grande sforzo di volontà, soprattutto se accompagnato da sensi di colpa per il fatto di apparire disinteressati – magari nei confronti dei familiari o del defunto stesso. Ma prova a chiederti: chi mi ha lasciato questo patrimonio, vorrebbe davvero che io cedessi alle pressioni esterne, e rischiassi di prendere decisioni sbagliate?
Probabilmente, è lo shock emotivo a guidare le tue decisioni in questo momento, e potresti pentirtene molto, in futuro, quando la situazione sarà più calma. Non serve “fare qualcosa” subito. Serve capire cosa fare, e perché.
2. Fai ordine: cosa hai realmente ereditato?
Un cliente mi ha contattato e mi ha detto: “Francesco, mi hanno lasciato una somma… o forse no, ci sono anche dei beni, ma non ho capito.”
È normale. Un patrimonio ereditato, soprattutto se ampio, può essere composto da molti asset:
- Denaro liquido
- Immobili (case, terreni, garage…)
- Investimenti (azioni, titoli di stato, fondi, polizze)
- Quote aziendali
- Crediti o debiti
Il primo passo concreto è fare un inventario chiaro e completo. Anche qui, senza fretta. A meno che cause esterne rilevanti non ti obblighino a decidere velocemente, prenditi il tempo che serve. Fai l’inventario quando te la senti, a bocce ferme.
Inizia distinguendo ciò che è già tuo, da ciò che è ancora in fase di successione, da ciò che comporta responsabilità o rischi. In questa fase, è utile affiancarsi a un professionista che ti aiuti a interpretare correttamente i documenti e a mettere insieme i tasselli.
3. Chiediti: cosa vuoi farne del patrimonio ereditato, davvero?
Questa è la domanda più importante. Chiedi a te stesso: cosa voglio farne dell’eredità? Perchè?
Hai infatti diverse opzioni. Un patrimonio ereditato può essere:
- Protetto
- Investito per produrre reddito
- Donato o destinato ad altri
- Usato per obiettivi di vita (libertà lavorativa, sostegno ai figli…)
Se non metti a fuoco i tuoi obiettivi, rischierai di non mettere a frutto in alcun modo il patrimonio faticosamente costruito da chi c’era prima di te. In altre parole, lo trasformerai in una somma parcheggiata o, peggio, gestita da altri al posto tuo, ottenendo risultati sub-ottimali come nel caso di Giulio.
Fermati a riflettere:
- Cosa ti dà serenità?
- Cosa ti fa paura?
- Cosa avrebbe voluto chi ti ha lasciato tutto questo?
Ecco un percorso concreto che può aiutarti a mettere a fuoco i tuoi obiettivi:
Dai sogni ai fatti
4. Attenzione ai consigli interessati
Appena ottieni un’eredità comincerai a ricevere suggerimenti. I primi a darteli potrebbero essere i famigliari, gli amici, i colleghi. Ma, puntualmente, non appena ti arrivano i soldi sul conto, soprattutto se sono tanti, riceverai una telefonata.
E da chi? Dalla banca, naturalmente. Uno dei soggetti più interessati alla gestione del tuo patrimonio è proprio il tuo consulente di banca. Le telefonate di solito vanno così:
- “Mettilo qui, è sicuro.”
- “Ti faccio un piano d’investimento adatto.”
- “Con noi sei a posto. La nostra banca è solida.”
Anche in questo caso, fermati. Chiediti sempre: chi trae vantaggio da questa proposta?
Mentre tu stai ancora piangendo il defunto/a, la banca sta calcolando quante commissioni potrebbe addebitarti se tu le affidassi il tuo patrimonio in gestione. Ricorda infatti che le banche sono come negozi: guadagnano di più dalla vendita di prodotti finanziari che non dai prestiti, come mutui per l’acquisto della prima casa o finanziamenti alle imprese. Di conseguenza, è nel loro primario interesse cercare di accaparrarsi la gestione dell’eredità che hai appena ricevuto: ci sono ampi margini di guadagno per lei, soprattutto se riesce a venderti i suoi fondi di investimento pieni di costi e commissioni.
Poiché un promotore finanziario legato a una banca o una compagnia assicurativa non è pagato per darti consigli indipendenti, ma per vendere prodotti, a tutti gli effetti corri il rischio di ricevere consigli che, a ben guardare, non sono nel tuo interesse, ma in quello della banca. Alla base c’è un conflitto di interessi strutturale.
Questo non significa che tutti i promotori finanziari siano in malafede. Il tuo private banker potrebbe anche essere un tuo amico di vecchia data e cercare di fare il possibile per te, ma sempre all’interno dei limiti dei consigli che ti può dare, ovvero nel perimetro delle soluzioni stabilite con la mandante. Di conseguenza, le proposte che il consulente ti sottopone potrebbero non essere nel tuo esclusivo interesse, semplicemente perchè… non può fartele, non gli conviene, o la banca preme perché si comporti in un determinato modo nei tuoi confronti.
5. Costruisci un piano personalizzato con chi non ha nulla da venderti
La gestione di patrimonio ereditato non si improvvisa. Serve una strategia:
- fiscale
- patrimoniale
- familiare
- emotiva
E serve anche qualcuno che ti ascolti, che ti aiuti a capire, e che ti accompagni senza spingerti verso “soluzioni preconfezionate”. Questo è esattamente il ruolo di un consulente finanziario indipendente:
- non vende prodotti
- non prende commissioni da banche o assicurazioni
- è pagato solo da te, per i tuoi interessi, tramite una parcella chiara e concordata in anticipo
Un consulente indipendente non è un venditore, ma è come uno sherpa che guida un alpinista sull’Himalaya: non cammina al suo posto, ma conosce il percorso, anticipa i pericoli, porta parte del peso e veglia affinché arrivi in cima sano e salvo.
Se vuoi approfondire questo approccio radicalmente differente rispetto alla classica “consulenza di banca”, sono a disposizione per un primo confronto gratuito:
Quando è il momento giusto per chiedere aiuto?
Se ti riconosci in una o più di queste situazioni, è il momento:
- Hai ricevuto un’eredità e non sai da dove cominciare
- Ti senti in dovere di “fare la cosa giusta”, ma temi di sbagliare
- Hai più dubbi che certezze
- Vuoi proteggere ciò che hai ricevuto, ma senza farti fregare
- Senti il peso della responsabilità, anche emotiva
Seleziona un professionista indipendente, e chiedigli chiaramente in che modo viene pagato il suo lavoro. Se la remunerazione è diretta da parte tua, con fattura e bonifico, e se questa si tratta dell’unica forma di remunerazione del consulente, allora puoi porre le basi per un confronto di reale fiducia.
Puoi selezionare il consulente finanziario indipendente che fa al caso tuo sul sito di OCF (Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei consulenti finanziari), al seguente link: OCF – elenchi iscritti. Cerca all’interno della sezione “Consulenti autonomi” o “Società di consulenza finanziaria” e scegli il professionista più adatto a te. Informati sulle loro competenze e sul loro percorso.
Per quanto mi riguarda, mi troverai nella sezione degli autonomi nella provincia di Brescia (ma lavoro in tutta Italia).
Conclusione: non sei solo, e non devi decidere tutto subito
Ricevere un’eredità è un evento potente, e può trasformarsi in un peso oppure in un’opportunità. Senza dubbio, è una grande una fonte di stress, ma può anche essere un nuovo inizio.
La differenza la fa la consapevolezza, e la capacità di farsi affiancare da chi sa leggere con te la mappa del patrimonio, senza avere interessi nascosti.
Se senti il bisogno di fare chiarezza, di costruire un piano su misura, o anche solo di parlare con qualcuno che non ha niente da venderti, io ci sono.
👉 Sono Francesco Bignami, consulente finanziario indipendente.
Aiuto persone come te a mettere ordine nei momenti più delicati, e a trasformare le incertezze in direzioni chiare.
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A volte basta una conversazione per cambiare il modo in cui ti relazioni con ciò che hai ricevuto.
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