Diventare ricchi vs rimanere ricchi

Indice

Re di Denari oggi vediamo la differenza tra diventare ricchi e rimanere ricchi.

In questo articolo parto da una storia tratta dal libro La psicologia dei soldi di Morgan Housel.

Poi proseguo e concludo con una mia idea personale.

Se ti appassiona l’argomento, Morgan Housel è un autore che ti consiglio di leggere.

Ogni capitolo di questo suo libro è una vera lezione sui soldi. 

Di quelle che a scuola nessuno ti ha fatto mai.

Vediamo un po’ come funziona la nostra testa quando si parla di denaro.

Vieni con me.

Come perdere una fortuna

Il 1929 è stato un anno fuori dagli schemi. 

I mercati finanziari vivevano lo scoppio di una bolla senza precedenti. E le vittime erano molte.

Abraham Germansky era una di loro. 

Germansky era un multimilionario. Negli anni ‘20 aveva costruito un impero immobiliare immenso. 

Poi, nel 1929, ha deciso di puntare grosso proprio sul boom del mercato azionario.

Quando il mercato è crollato nell’ottobre dello stesso anno, è stato completamente spazzato via. 

Ha perso un mare di soldi. 

Talmente tanti da mettere a repentaglio tutto il patrimonio che aveva accumulato in precedenza.

Di Germansky si sono perse le tracce dal 24 ottobre 1929. Da quel momento, non si è più saputo nulla di lui.

Non deve aver fatto una bella fine.

Diventare ricchi in fretta

Jesse Livermore era un trader famoso all’epoca.

E ha una storia piuttosto diversa da raccontare. 

Durante lo stesso crollo del 1929, Livermore è diventato uno degli uomini più ricchi della storia del tempo. 

Proprio 3 giorni dopo la scomparsa di Germansky. 

Il 29 ottobre 1929, Livermore ha guadagnato l’equivalente di più di 3 miliardi di dollari odierni in un solo giorno di trading. 

Più di quanti ne avesse mai fatti nella vita. 

Come ha fatto?

Ha scommesso sul crollo del mercato azionario. Che era l’opposto di quanto aveva fatto Germansky.  

Germansky comprava. Lui vendeva allo scoperto.

Stessa situazione, due storie diverse.

Germansky era già ricco ma non è riuscito a rimanerlo. Ha perso tutto in una manciata di settimane. 

Livermore si è arricchito oltre ogni misura in un solo giorno.

Diventare ricchi e rimanere ricchi sono due faccende del tutto diverse.

Diventare ricchi e rimanerlo sono due cose diverse

La storia di Livermore non è finita.

Dopo l’enorme vincita del 1929, la sua confidenza era ai massimi livelli. 

Le sue scommesse diventavano via via più grandi. 

Ma non sempre le cose andavano per il verso giusto. Insieme alle vincite arrivavano anche le perdite. E queste erano sempre più pesanti. Al punto da diventare insostenibili.

Al 1933, Livermore aveva già perso tutto quanto. 

Gli anni successivi sono stati ancora più incredibili. 

La sua vita era un’alternanza continua tra la ricchezza improvvisa e la successiva bancarotta.

Lo stesso Livermore a un certo punto ha riconosciuto il suo errore. 

Quando aveva ragione, e vinceva molto, si sentiva invincibile. 

Questo lo portava a un errore molto comune nel campo del trading: continuare a usare la stessa strategia che aveva funzionato fino a quel momento. Per di più aumentando gli importi delle scommesse.

Ma i mercati finanziari non si prestano a questo gioco. 

I mercati cambiano insieme al mondo. 

E quando il mondo cambia, i mercati si adattano. Si modificano.

Di colpo, le strategie di trading che avevano funzionato fino a un attimo prima, ora non funzionavano più.

Al 1940, Livermore era alla sua quarta bancarotta.

Era divorato dalla vergogna e dall’umiliazione. Viveva con un senso di fallimento. 

Si è tolto la vita nel 1940. 

Richard Smitten, nel suo Jesse Livermore: The World’s Greatest Stock Trader, 2001 riporta un biglietto che il trader aveva lasciato alla moglie Nina:

Mia cara Nina: non posso farci niente, le cose sono andate male per me, sono stanco di combattere, non posso più andare avanti. Questa è l’unica via d’uscita, non sono degno del tuo amore, sono un fallimento, sono davvero dispiaciuto, ma questa è l’unica via d’uscita per me. Con amore, Laurie.

Differenze tra chi diventa ricco e chi ci resta

Le storie di Germansky e Livermore hanno più di un punto in comune.

Entrambi erano diventati ricchi. Ce l’avevano fatta grazie a un mix di caratteristiche tipiche dei grandi uomini d’affari:

  • Capacità di correre i rischi
  • Fiducia nelle proprie capacità
  • Fortuna

 

Entrambi hanno poi perso i loro patrimoni quasi alla stessa velocità con cui li avevano accumulati.

Come è stato possibile?

Una possibile risposta è la seguente.

Più successo ottieni, e più ti convinci di aver fatto bene.

E più ti convinci

  • delle tue capacità 
  • e della bontà delle tue decisioni passate

 

meno vorrai cambiare.

Ma se non cambi, se non ti adatti, ti estinguerai. Il mondo infatti muta in continuazione.

Di conseguenza, gli stessi tratti che hanno portato Germansky e Livermore alla ricchezza sono stati la causa della loro rovina.

Per rimanere ricchi servono caratteristiche opposte rispetto a diventare ricchi.

Per rimanere ricchi serve la paranoia

Se per arricchirti devi essere audace, per rimanerlo devi essere prudente.

Se per arricchirti devi prenderti grossi rischi, per rimanerlo devi rinunciare a qualche opportunità.

Se per arricchirti serve un po’ di fortuna – che di solito confondiamo con capacità – per rimanerlo devi riconoscere di aver avuto fortuna, e agire con più umiltà.

Nè Germansky nè Livermore sembrano aver colto questo punto: il necessario cambiamento di mindset tra il diventare ricchi e il rimanerlo. 

La ricerca della ricchezza richiede lo stesso mood mentale di un esploratore audace. Il coraggio di affrontare l’incertezza apre alla possibilità di raccogliere nuove opportunità. 

L’esploratore sa che l’ignoto contiene il seme del successo.

Mantenere la ricchezza richiede il mood mentale di un sopravvissuto quasi paranoico

Ci vuole la paura di perdere quanto guadagnato fino a quel momento. 

Il sopravvissuto riconosce il ruolo del caso nei suoi successi passati. 

Per questo basa le sue decisioni su logiche adattative e non previsionali. 

E considera sempre l’ipotesi di sbagliare. 

Il sopravvissuto sa che l’ignoto contiene il seme della rovina.

Come sviluppare il mindset da sopravvivenza

Abbiamo visto la ricchezza come prodotto di intraprendenza, coraggio, ottimismo e caso.

Per nostra fortuna, non è l’unico modo per ottenerla.

È possibile accumulare ricchezza nel corso di una vita prendendo buone e semplici decisioni di risparmio e investimento. 

Leggi:

 

È forse più complesso sviluppare il mindset da sopravvivenza. Che nel lungo periodo è quello che conta di più.

Ecco quindi alcuni consigli per svilupparlo.

1. Per rimanere ricco diventa indistruttibile

Più che cercare extra-rendimenti, ricordati che eventi rari e imprevedibili possono causarti grossi danni come investitore.

Preparati quindi per questi eventi. 

Tenere del cash a portata di mano potrebbe sembrarti una perdita di opportunità. Soprattutto quando attraversi un bull market. Se quel denaro fosse investito potresti infatti ottenere nuovi profitti.

Non sto dicendo di rinunciare ai tuoi investimenti. Resta immerso nei mercati, ma considera queste due domande:

  • E se il mercato rovescia? 
  • Se un evento esterno inaspettato ribalta le prospettive di rendimento?

 

In queste due circostanze un bull market si può trasformare in un bear market. Ritrovarsi a vendere asset per necessità potrebbe essere molto sgradevole.

Se invece hai un po’ di liquidità da parte, hai un grande vantaggio. 

Potrai cogliere le occasioni di ribasso dei prezzi. Questo gonfierà i tuoi futuri rendimenti. E lo farà molto più che non l’aver impiegato tutta la liquidità nei momenti di rialzo.

Ecco quindi il primo assist per la sopravvivenza: 

Non rinunciare ad investire periodicamente, ma tieni da parte della liquidità pronta per i bear market.

Potrai usarla

  • per comprare asset a sconto
  • oppure per integrare il tuo reddito, se vivi con dividendi e cedole, senza essere costretto a vendere.

 

Questo aumenterà le tue chances di sopravvivenza.

2. Pianifica, ma lascia spazio agli errori

Quando pianifichi i tuoi investimenti finanziari ti basi su delle aspettative.

Questo è del tutto normale – finché non le trasformi in previsioni.

Ricorda questa cosa:

Quanto più il tuo piano

  • è accurato e preciso 
  • e richiede che determinate previsioni siano vere

 

tanto più facilmente fallirà.

Non fraintendermi. Non sto dicendo di non pianificare e lasciare tutto al caso. 

Sto dicendo di tenere conto del caso. E della possibilità che i tuoi piani vadano rivisti nel tempo.

Ecco cosa devi portare a casa:

Più il tuo piano, per funzionare, richiede che specifici elementi siano veri, e più sarà fragile.

Questo potrà condurti alla non sopravvivenza.

Esempio di un piano finanziario fragile

Ecco un esempio di un piano finanziario fragile.

È l’estate del 2000. 

Hai una figlia di 10 anni. Stai programmando di mandarla a studiare all’estero quando ne avrà 20. 

Decidi così di investire 10.000 euro nell’indice S&P 500. 

Lasciamo un attimo da parte il discorso del cambio euro-dollaro.

So di commettere un’imprecisione ma voglio che segui il ragionamento di base. Mi interessa trasmetterti il concetto.

Per questo investimento, ti aspetti di ottenere il rendimento medio annuo del 10% che il mercato azionario americano ha offerto nella sua storia. 

Usi uno strumento ad accumulazione così da applicare l’interesse composto. Dunque prevedi di ricavare circa 25.000 euro alla fine dei 10 anni. 

È proprio alla cifra che ti serve.

Nell’estate del 2000 però, il mercato azionario si preparava a un grande rovescio. Nessuno poteva saperlo. 

A due anni dal tuo investimento, ti ritrovi con il capitale svalutato del 40%:

Avresti dovuto aspettare l’autunno del 2007 solo per tornare in pari con i tuoi 10.000 €.

Purtroppo, però, nel 2008 è scoppiata la bolla dei mutui sub-prime. 

Nuovo crollo e nuovo -40% o più. 

Nel 2010, sei ancora in grave perdita. Una dura prova psicologica.

Come avresti mandato la figlia a studiare? 

Noti la fragilità di questo piano?

Per funzionare, questo piano richiedeva per forza che almeno questi due elementi fossero veri:

  • L’estate 2000 è un buon punto di ingresso
  • Il rendimento medio annuo della decade 2000-2010 sarà del 10%

 

Ma questi due elementi non sono stati veri. E il tuo piano è fallito.

Nel nostro esperimento mentale, saresti un non sopravvissuto.

Un vero piano finanziario tiene conto dei possibili errori

Hai un amico.

Nel 2000, anche lui vuole investire

  • la stessa cifra 
  • con lo stesso obiettivo
  • considerando lo stesso arco di tempo.

 

L’amico parte però da un assunto diverso.

Pur sperando di ottenere il rendimento storico del 10% annuo dalle azioni americane, pensa che potrebbe ottenere molto meno – anche solo per sfortuna. 

Il tuo amico è inoltre un paranoico.

Decide così di costruire parallelamente un fondo di risparmio

Lì dentro andrà a versare nuovi risparmi, che saranno investiti in strumenti di investimento a basso rischio – o rischio nullo. 

Serviranno come cuscino di emergenza, oppure come fondo per sfruttare i ribassi lungo la strada.

Non solo.

Non volendo dipendere dal timing di ingresso nell’indice S&P500, decide di frazionare i suoi 10.000 € e comprare il mercato in più tranche.

Inoltre non si fida del solo mercato azionario. Vuole inserire anche le obbligazioni per differenziare i suoi asset.

Programma poi dei ribilanciamenti del suo portafoglio ogni 6 mesi o ogni anno.

Così eviterà pericolose forme di market timing passivo.

È evidente che questo piano è molto più solido del precedente. Potrebbe ancora fallire – nessuno sa come andranno le cose – ma ha molte più chance di successo. 

I punti di partenza del nostro nuovo amico sono in logica adattativa, non previsionale. 

Per lui, perché il piano funzioni, non è per forza necessario che i due assunti da cui partivi tu siano veri.

Le due condizioni precedenti potrebbero essere false, e lui sarebbe ancora in pista per raggiungere il suo traguardo.

Questo perchè ha considerato l’incertezza dei mercati finanziari. 

Sa di potersi sbagliare. Di conseguenza, ha ridotto il più possibile il numero delle condizioni che devono necessariamente essere vere per avere successo.

In azione

In questo articolo abbiamo visto che diventare ricchi e rimanere ricchi sono due faccende diverse.

Se per diventare ricchi servono ottimismo, presa di rischio, audacia e un pizzico di fortuna, per rimanerlo occorrono doti differenti: umiltà, paura di sbagliare, consapevolezza del ruolo del caso.

Non è semplice riuscire a integrare le qualità positive di entrambi gli approcci.

Per avere successo, puoi adottare un approccio a bilanciere. Sii ottimista riguardo al futuro e non rinunciare alle occasioni che l’incertezza produce. Allo stesso tempo, sii paranoico per ciò che potrebbe impedirti di raggiungere quel futuro e i tuoi obiettivi.

Per farlo, non cercare conferme della bontà delle tue decisioni passate. Cerca piuttosto di falsificarle per cercare le condizioni che potrebbero far fallire i tuoi piani. 

E quando le hai trovate, mettiti al riparo. Considera sempre l’ipotesi di sbagliare. E prendi delle contromisure. 

Non potrai mai avere la certezza di sopravvivere, ma potrai portare le probabilità di successo dalla tua parte.

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Un abbraccio,

Francesco

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