Eurizon Global Leaders ESG 50 opinioni pro e contro

Indice

In questo articolo svolgiamo un’analisi qualitativa del fondo Eurizon Global Leaders ESG 50, di cui ti darò le mie opinioni.

Il prodotto mi è stato segnalato da un lettore di questo blog, che l’ha acquistato su consiglio del proprio promotore di Banca Intesa San Paolo.

L’obiettivo del lettore e di questa analisi?

Come sempre, vederci un po’ più chiaro e comprendere meglio la qualità della proposta che gli è stata fatta.

Ecco quindi le mie opinioni personali sul fondo Eurizon Global Leaders ESG 50.

Questa recensione ti permetterà di scoprire i pro e contro di questo fondo di investimento.

Alla fine dell’articolo, avremo acquisito più consapevolezza nella valutazione di queste tipologie di prodotti finanziari.

Cos’è Eurizon Global Leaders ESG 50?

Eurizon Global Leaders ESG 50 è un fondo di investimento gestito da Eurizon Capital SGR S.p.A. (gestore), appartenente al Gruppo Bancario Intesa San Paolo.

Se hai investito in questo prodotto, allora l’hai comprato tra il 23 settembre 2021 e il 25 novembre 2021, che è stato il periodo di sottoscrizione del fondo.

Eurizon Global Leaders ESG 50 è un fondo flessibile.

Il termine flessibile significa soprattutto due cose:

  1. Il fondo non ha nessun benchmark di riferimento
  2. Il gestore del fondo ha molto spazio di manovra nelle sue strategie di investimento 

 

Ora vediamo i due punti più da vicino.

Nel frattempo, ti lascio qui sotto la pagina del prodotto, a cui puoi riferirti per il KIID e il prospetto informativo:

#1 - I fondi flessibili non hanno benchmark

A che serve avere un benchmark?

Al gestore niente, anzi se non c’è è meglio.

Ma per te che gli affidi il tuo denaro, il benchmark è un parametro di riferimento (tra gli altri) per valutare la bontà del suo lavoro.

Per esempio, se un fondo ha come benchmark l’indice MSCI World (Azionario mondo sviluppato), ecco che posso valutare la bravura del gestore paragonando i suoi risultati con quelli del benchmark, e cioè con il mercato di riferimento con cui lui stesso ha scelto di confrontarsi.

Così, se il benchmark fa +15% in un anno e il fondo fa +13%, posso dire che il gestore ha sottoperformato il benchmark, e viceversa.

Non avere un benchmark di riferimento rende quindi complicato valutare la bontà del lavoro di gestione. 

È come se ti dicessi “oggi ho corso 2km”, senza però dirti se ci ho messo 6 minuti o 25 minuti.

Non ti dico nemmeno se ho corso insieme ad altri, in che “gruppo di corsa” ero inserito e quale sia stata la performance media del gruppo.

Potrai essere contento per la mia corsa, ma cosa ti sto davvero dicendo relativamente alla mia performance?

Purtroppo nulla.

Allo stesso modo, come possiamo valutare un fondo che non ha un riferimento?

Per un investitore in fondi flessibili, questa domanda spesso non ha risposta*.

Investire in fondi flessibili significa quindi accettare di non poter valutare con trasparenza la qualità del lavoro delle persone a cui sto affidando i miei risparmi.

A proposito di risparmi, qui sotto ti lascio il mio Foglio Excel per il calolo dell’interesse composto su un investimento. Il foglio è già precompilato con formule pronte all’uso:

#2 - I fondi flessibili non hanno vincoli

Nei fondi flessibili, il gestore può variare in modo molto ampio l’allocazione tra macro e micro asset class.

In linea generale, i fondi flessibili non hanno molte limitazioni a livello di esposizione geografica, settoriale, valutaria, di credito dell’emittente o di altro tipo.

Senza stare a riscrivere le informazioni che puoi trovare nel KIID di questo prodotto, balza all’occhio una questione rilevante: il fondo può “cambiare faccia” a discrezione del gestore.

Questo è un bene o un male?

Dipende.

Potrebbe essere un bene, se la qualità della gestione è elevata e il gestore si dimostra capace di fare le scelte corrette.

Il punto è proprio questo: come valuto l’efficacia delle scelte del gestore in assenza di un benchmark?

Al contrario, se il gestore compie le scelte sbagliate a rimetterci sarò io come investitore. E anche qui, in assenza di benchmark, diventa più facile nascondere risultati deludenti.

Siccome lo spazio di manovra del gestore è molto ampio, l’investitore in fondi flessibili assume un importante rischio gestore.

È il rischio derivante dalle scelte di investimento attive e tattiche del gestore.

Nei fondi flessibili queste scelte sono molto presenti, ma nascondono delle insidie legate alla difficoltà, per i gestori, di ottenere delle buone performance di lungo periodo.

Letture di approfondimento:

 

Nello specifico caso dei fondi flessibili, l’investitore non è al corrente delle manovre che il gestore esegue con i suoi soldi.

Di conseguenza, ha difficoltà a valutarne l’efficacia.

Più che un’opportunità, l’assunzione di un elevato rischio gestore rappresenta per gli investitori una chance di ottenere performance sub-ottimali.

Uso della leva e di strumenti derivati

All’interno del KIID leggiamo anche che il fondo può usare leva finanziaria per incrementare o decrementare alcune posizioni in base al suo giudizio:

Il gestore dichiara di usare la leva senza esporsi a ulteriori rischi strutturali, e sembra limitata a “movimenti tattici”.

L’utilizzo della leva, oltre ad altri strumenti finanziari derivati contenuti nel Prospetto Informativo (tra cui equity asset swap nella misura massima del 30%) rende comunque il prodotto di difficile comprensione per un investitore retail.

Per questi motivi, i fondi flessibili possono diventare prodotti complessi e difficili da valutare.

I costi del Eurizon Global Leaders ESG 50

Il fondo Eurizon Global Leaders ESG 50 presenta questa struttura di costi, a carico dell’investitore:

Le spese di sottoscrizione sono assenti. Al loro posto, sono state emesse delle spese di collocamento nella misura del 2,25%.

Le spese di collocamento sono di fatto delle spese di sottoscrizione, ma sono conglobate nelle spese correnti e non risultano esplicite.

Come funzionano?

Eccolo, in breve:

  • La commissione di collocamento viene addebitata immediatamente al fondo e retrocessa ai collocatori (cioè viene presa da te e data alla banca che ti ha venduto il fondo)

 

  • Da punto di vista contabile, la commissione viene ammortizzata nel NAV del fondo (NAV = prezzo delle quote, per semplificare) giorno per giorno per un certo periodo di tempo, per esempio 3 anni. L’investitore, di conseguenza, non ne percepisce la presenza. Le commissioni vengono infatti spalmate su un arco temporale lungo.

 

  • In caso di uscita anticipata, viene addebitata una commissione di uscita pari alla percentuale di commissione di collocamento non ancora ammortizzata (motivo per cui è presente una “spesa di rimborso” che gradualmente scende con il passare del tempo, e che parte proprio da 2,25%).

 

All’interno del Prospetto Informativo scaricabile a questa pagina, a pag. 23 sono presentati gli incentivi versati da Eurizon nei confronti dei collocatori, ovvero agli intermediari che hanno promosso il fondo alla loro clientela (le banche, per intendersi).

L’89% delle commissioni di collocamento viene retrocessa alla rete commerciale del collocatore come commissione di vendita.

Significa che di quel 2,25% di spesa di collocamento che hai versato, il 2,025% va a remunerare la rete vendite delle banche.

Se hai investito 50.000 euro, si tratta di oltre 1.000 euro che vengono presi dai tuoi 50.000 e dati al collocatore.

Anche l’80% delle commissioni di gestione viene attribuita alla rete commerciale degli intermediari come premio per la vendita (ridotta al 66,7% nel periodo di sottoscrizione).

Si tratta di retrocessioni particolarmente elevate che remunerano generosamente il lavoro di collocamento dei promotori.

Se sei capitato in filiale tra il 23 settembre 2021 e il 25 novembre 2021 in cerca di una soluzione di investimento, non stupisce quindi che questo sia stato uno dei fondi promossi, insieme ad altri appartenenti alla categoria Eurizon – Novembre 2026.

In generale, quello degli incentivi di collocamento rappresenta, tra gli altri, un ostacolo allo svolgimento dei reali interessi dei clienti.

Focus sui costi di gestione

Di seguito i costi di gestione di Eurizon Global Leaders ESG 50, come estratti dal KIID:

  • 0,50% nel primo anno del ciclo di investimento
  • 0,70% nel secondo anno del ciclo di investimento
  • 0,90% nel terzo anno del ciclo di investimento
  • 1,20% nei successivi 2 anni

 

Non si tratta di costi particolarmente elevati, ma a questi vanno tuttavia sommati costi di collocamento, come visto.

La stima di costi medi annui presentata da Eurizon è dunque dell’ 1,42% su un orizzonte di 5 anni.

Si tratta di un costo medio nella categoria di fondi flessibili multi asset che comprendono azioni, obbligazioni e strumenti monetari.

Siccome l’80% circa di questi costi viene retrocessa alla rete di vendita, è ipotizzabile (ma non dimostrabile) che il fondo utilizzi strumenti a basso costo per riprodurre le sue allocazioni tattiche, come gli ETF.

Si tratta solo di un’ipotesi, ovviamente.

Se così fosse, tuttavia, viene da chiedersi perchè non potrei utilizzare solo ETF per la mia strategia di investimento, spendendo circa un sesto rispetto alla proposta di Eurizon.

Un altro motivo per cui i costi di gestione potrebbero essere più o meno contenuti riguarda la presenza di ulteriori provvigioni legate al rendimento.

Le commissioni di rendimento di Eurizon Global Leaders ESG 50

Il fondo Eurizon Global Leaders ESG 50 presenta commissioni legate al rendimento in questa misura:

Overperformance = rendimento extra rispetto a “qualcosa”.

Questo “qualcosa” è stato così definito dal fondo:

  1. Riferimento + spread (in questo caso un parametro monetario + uno spread del 2,80%)
  2. Un massimo precedentemente raggiunto (High Water Mark**)

 

Il fondo dichiara di applicare una commissione di performance pari al 20% dell’overperformance più piccola tra i due meccanismi.

Il periodo di riferimento per l’applicazione di questa commissione intercorre tra il 1° dicembre di ogni anno ed il 30 novembre dell’anno successivo.

So che è complicato, proviamo a semplificare con un paio di esempi.

#1 - Meccanismo “Riferimento + spread”

Pur non avendo un benchmark, il gestore ha comunque fissato un parametro con cui confrontarsi per stabilire l’overperformance.

Questo parametro è il Bloomberg Barclays Euro Treasury Bill (titoli di stato a breve scadenza area Euro, che di fatto rappresentano il potenziale rendimento del cash), a cui viene aggiunto uno spread del 2,80%.

Che significa?

Facciamo un esempio qualitativo.

Supponiamo che l’indice Bloomberg Barclays Euro Treasury Bill produca un rendimento del 2%.

Sommando lo spread, il valore da battere per il fondo è 4,80%.

Supponiamo che il fondo renda il 5,20%, ovvero realizzi una performance del +8,33% rispetto a parametro + spread (4,80% + 8,33%*4,80% = 5,2%).

Teniamo questo risultato da parte.

#2 - Meccanismo "High Water Mark"

Esistono più tipi di High Water Mark.

Non ci dilunghiamo troppo, in questo caso è applicato un High Water Mark high on high.

High on High significa che si entra in zona commissioni di performance ogni volta che il NAV del Fondo (leggi “il prezzo delle quote del fondo”) è superiore al NAV rilevato all’ultima cristallizzazione, ovvero il massimo NAV raggiunto nei periodi precedenti.

In sostanza, ogni giorno si misura il NAV e lo si confronta con il massimo NAV registrato negli anni passati.

Quando il NAV supera il massimo NAV raggiunto nei periodi precedenti, si entra nella “zona commissioni di performance”.

Si può applicare questo meccanismo solo una volta all’anno.

Ecco un esempio:

Supponiamo che nel periodo tra 1° dicembre 2021 al 30 Novembre 2022 il fondo abbia raggiunto un NAV massimo di 8 euro/quota.

Se in uno qualsiasi dei periodi successivi il NAV del Fondo supera il valore di 8 euro/quota, si entra nella “zona commissioni”.

Supponiamo che il nuovo massimo sia 9 euro/quota (+12,5% rispetto agli 8 euro/quota precedenti).

Ora confrontiamo i due risultati:

  • Il Fondo ha reso +8,33% rispetto al meccanismo “riferimento + spread”
  • Il Fondo ha reso +12,5% secondo il meccanismo “High Water Mark” 

 

Si prende il valore minore tra i due e lo si considera come overperfomance su cui calcolare le commissioni di rendimento, che saranno pari al 20% della stessa overperformance (in questo caso si preleva il 20% dal surplus dell’8,33%).

Nel frattempo, i 9 euro/quota diventeranno il nuovo livello da battere per gli anni successivi per il meccanismo High Water Mark.

Il problema etico delle commissioni di performance

Come hai visto, il meccanismo di calcolo dell’overperformance non è semplicissimo.

C’è inoltre un problema etico che pone in conflitto te e il gestore. 

Il gestore è incentivato a raggiungere extra rendimenti, visto che guadagna più commissioni.

Quindi può decidere di correre più rischi con i tuoi soldi. Non ha nulla da perdere (i soldi sono tuoi) e potenzialmente molto da guadagnare (le commissioni di rendimento). 

Ecco quindi un paio di domande critiche:

  • Quale limite si porrà il gestore nella ricerca degli extra rendimenti?
  • Che equilibrio troverà tra la tutela dei tuoi interessi e la massimizzazione del suo profitto?

 

C’è dunque un problema di opportunismo dato dal fatto che il gestore può perseguire i propri interessi a spese della controparte, cioè me e te, confidando nella nostra impossibilità di verificare la presenza di dolo o negligenza.

Questo problema viene definito azzardo morale.

Le domande poste trovano quindi difficile risposta in presenza di elevate commissioni di performance.

La questione diventa ancora più spinosa se si pensa che il gestore non ha molti vincoli nelle decisioni di investimento e nemmeno nell’uso di strumenti finanziari derivati, alcuni dei quali sfruttati in leva.

Ovviamente, non esiste una commissione di performance “al contrario”. Non ti viene restituito nulla se il fondo fa peggio del parametro, o non raggiunge più i massimi precedenti.

Ti rimando a questo articolo per saperne di più sulle spese di performance.

In azione

I fondi flessibili sono prodotti di investimento senza benchmark che non hanno particolari vincoli nella gestione degli investimenti.

Queste due caratteristiche, combinate a una struttura di costi complessa e all’utilizzo di strumenti derivati, rendono questi fondi dei prodotti poco trasparenti, difficilmente valutabili e con un importante rischio gestore.

Il fondo Eurizon Global Leaders ESG 50 non è un’eccezione.

Gran parte dei costi del prodotto sostenuti dall’investitore viene retrocessa alla rete di vendite che si è occupata del collocamento.

La ricerca di extra rendimenti per guadagnare commissioni legate alle performance può comportare l’assunzione di rischi aggiuntivi a carico dell’investitore, come evidenziato nel problema dell’azzardo morale.

L’unico aspetto “positivo” è che, tra i due meccanismi mostrati, le commissioni di performance agiranno su quello che ha prodotto l’overperformance minore.

Un aspetto non citato nel corpo di questo articolo, e che riporto ora, è che in un periodo compreso tra il 30 novembre 2026 e il 30 novembre 2027 questo fondo verrà conglobato nel fondo Eurizon Team 4, come evidenziato nel KIID.

Anche questo aspetto, a mio avviso, va a discapito della trasparenza. Verrà cancellata ogni traccia relativa alle performance di questo gestore.

Come naturali conseguenze di tutto ciò, i conflitti di interesse con gli investitori nel fondo Eurizon Global Leaders ESG 50 abbondano.

Per questi motivi, ritengo che i fondi flessibili vadano in linea generale evitati e, quando selezionati, maneggiati con cura e con una porzione ridotta di portafoglio.

A presto,

Francesco

 

 

*Per la verità, ci sono due modi (metodo dei valori medi e metodo della volatilità), che oggi non discutiamo per motivi di tempo, in cui i benchmark vanno costruiti appositamente. Comunque, nel nostro caso sarebbe un lavoro inutile, visto che il fondo Eurizon Global Leaders ESG 50 non ha serie storica.

**High Water Mark significa letteralmente “linea dell’acqua alta”. È un po’ come se si facesse una “tacca” ogni volta che il fondo raggiunge un massimo assoluto

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8 risposte

    1. Ciao Andrea, grazie del complimento! Purtroppo il collocamento di questi prodotti risponde spesso solo a logiche di vendita e non ai reali bisogni degli investitori. Difficilmente un investitore informato acquisterebbe fondi di questo tipo.

        1. Ciao Mario, questo fondo Eurizon non è una truffa. Quello che hai letto in questo articolo è una mia analisi indipendente che chi ti ha venduto il fondo non ti farà mai, perchè ci guadagna sulla vendita. Chi sottoscriverebbe questo investimento sapendo fino in fondo come funzionano le cose? Nessuno. La consulenza bancaria/assicurativa è svolta prima negli interessi della banca, poi in quello dei consulenti e, se avanza qualcosa, in quello dei clienti che però investono i loro risparmi e si assumono tutto il rischio. Il mio consiglio è di formarsi in modo da avere capacità di analisi, anche minima, per non cadere più in queste trappole. Se segui questo blog ne avrai l’occasione. Ciao!

          1. Grazie Franci, ci vorrebbero tanti consulenti come te. Adesso ho un’altra opinione della mia banca, che sono loro cliente da oltre 20 anni…
            cialtroni di m…., che prima di tutto dovrebbe fare gli interessi dei loro clienti…, spero prima o poi di trovarne di trovarne un’altra di banca.
            Ti ringrazio ancora, Franci….

          2. Felice di esserti stato d’aiuto. Il conflitto di interessi è uno dei motivi principali per cui gli investitori ottengono performance deludenti. Ciao!

  1. anche io ci sto perdendo il 10 per cento, non sono brava in queste cose e mi sono fidata di Intesa San Paolo, ti chiedo una cosa, siccome ho pochi soldi, anche se ci perdo il 10 per cento e forse ci sarà una penale per uscire, tu fossi in me, rimarresti o usciresti subito?
    Perchè la banca mi dice che se aspetto la scadenza non ci perdo niente, ma invece a quello che leggo sopra, non è scontato.

    1. Ciao Maria Cristina, grazie per il tuo pensiero. La banca non ti dirà mai di uscire, visto che guadagna ogni giorno dalla tua permanenza nel fondo (tutte le commissioni che paghi si applicano infatti giorno dopo giorno, anche se non lo sapevi).

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