Polizze Ramo III Unit Linked: cosa sono, opinioni, attenzione!

Un lettore ha chiesto: “Il mio broker assicurativo mi ha proposto una Polizza Ramo III unit linked. Non sono sicuro di aver capito il suo funzionamento, che cos’è? Mi ha detto che ci sono diversi vantaggi fiscali e successori. È davvero così?”

 

Oggi voglio pubblicare, in forma di articolo completo, la risposta che ho dato al nostro lettore. In queste righe troverai quindi la mia valutazione trasparente e oggettiva delle polizze ramo III unit linked, molto collocate in Italia proprio dalle Compagnie assicurative. Scopriremo infatti che questi prodotti presentano una struttura particolarmente complessa, torbida e onerosa. C’è infatti molta distanza tra come viene proposto il prodotto in fase di vendita e ciò che il cliente acquista e ottiene effettivamente. 

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Polizze ramo III unit linked: cosa sono?

Una polizza ramo III unit linked è un contratto assicurativo le cui prestazioni sono collegate (linked) al valore degli investimenti effettuati in uno o più fondi interni (unit) della Compagnia. In poche parole, il valore del contratto dipenderà dall’andamento dei fondi inseriti nella polizza, che ha dunque un contenuto finanziario.

 

In caso di morte dell’assicurato, il prodotto prevede la liquidazione ai beneficiari designati del capitale maturato, che sarà pari al numero di quote attribuite al contratto per il valore unitario di ciascuna (si chiama “controvalore del contratto”, che non è il “controvalore di riscatto”).

 

A causa della loro complessità, le polizze unit linked rientrano in una categoria di prodotti con elevate sovra-strutture commerciali e con molteplici inconvenienti per i clienti che le comprano. Vediamo quali sono.

Schema base di una polizza unit linked

Il funzionamento di base di una polizza unit linked può essere riassunto come segue:

  • Si immagini una semplice scatola che contenga il reale valore degli investimenti, ovvero azioni, obbligazioni, ed ETF. 
  • L’industria finanziaria può “inscatolare” uno o più di questi elementi in altre scatole di dimensioni maggiori, aggiungendo diversi “ingredienti finanziari” di varia natura, come derivati, CDS, obbligazioni subordinate o strutturate, coco bonds, eccetera.
  • Successivamente, queste scatole intermedie possono essere composte per formare scatole ancora più grandi, creando “scatole di scatole” che diventano via via più complesse, poco trasparenti, e costose. 
  • Ogni “inscatolamento” presuppone un passaggio di denaro da un “confezionatore” all’altro, che aggiunge i propri costi e i propri margini al prodotto, senza tuttavia aggiungere valore.
  • Si forma dunque una scatola enorme, che funge da mero involucro vuoto, e che rappresenta unicamente un “passaggio di mano” commerciale tra i vari intermediari e agenti di vendita, fino a giungere al cliente, che la paga per intero. 

 

Le Polizze Unit Linked sono prodotte con questo meccanismo, e vengono quindi vendute ai clienti come “scatola di scatole”. Quanto più la scatola diventa grande, tanto più è difficile sapere in cosa si stia realmente investendo. Si tratta dunque di un involucro che contiene molti fondi, i quali possono contenere a loro volta altri fondi, che a loro volta possono detenere strumenti più o meno complessi, fino ad arrivare, solo alla fine, alle azioni, obbligazioni, o ETF, ovvero al reale valore. 

 

Le polizze unit linked sono spesso configurate dal consulente che si occupa della vendita, e possono contenere tranquillamente decine e decine di “scatole” diverse, a seconda di quanto capitale viene investito.

Polizze Unit Linked e la distribuzione della parcella occulta

Il processo di “inscatolamento” descritto rappresenta ciò che si chiama “Distribuzione della parcella occulta”. Tale meccanismo permette di generare pesanti oneri di vendita, a carico del cliente sottoscrittore, che risultano occultati dai vari passaggi di mano, e che servono per alimentare tutta la filiera commerciale di creazione e collocamento del prodotto:

parcella occulta

Ciò rende le polizze unit linked dei prodotti particolarmente costosi. Tali costi, imputati al cliente, vengono sottratti giorno per giorno direttamente dal valore delle quote della polizza, rendendo impossibile il loro riconoscimento se non per il tramite del Rendiconto Costi e Oneri Mifid, e hanno un impatto negativo elevato sui rendimenti.

Unit linked e commissioni di retrocessione

Una buona parte dei costi delle polizze unit linked non remunera l’attività di gestione, ma quella di vendita. Si chiama “Meccanismo delle retrocessioni”. Si tratta di quella procedura commerciale che prevede che parte delle commissioni annue pagate dal cliente alla società di gestione venga in realtà restituita all’intermediario collocatore, come premio per la sua attività di vendita. Le retrocessioni causano inefficienza di performance per i clienti, dal momento che si tratta di un onere puramente commerciale, non aggiunge alcun valore all’investimento, e pone un grave conflitto di interessi tra il cliente che acquista il prodotto e il consulente che glielo propone. 

 

Le norme sull’eliminazione delle retrocessioni in Europa non sono ancora state rese effettive dalla Commissione Europea Retail Investment Strategy, sebbene in Paesi come la Francia, il Regno Unito e gli USA siano già vietate da oltre 20 anni.

Sede legale Impresa Assicuratrice Irlanda o Lussemburgo: attenzione! Il caso FWU

Nonostante molte polizze unit linked siano collocate in Italia, non è affatto detto che l’impresa assicuratrice che confeziona il prodotto rispetti i criteri previsti dalla normativa italiana (piuttosto stringente) in merito a

  1. ciò che la polizza può contenere
  2. modalità di applicazione dei costi
  3. procedura di liquidazione in caso di fallimento della Compagnia. 

 

Grazie alla circolarità europea sui prodotti assicurativi (e non solo), le società di assicurazione UE possono vendere i loro prodotti in tutta l’UE. 

 

Per esempio, la compagnia assicurativa lussemburghese FWU ora in liquidazione sta causando diversi problemi ai 120.000 clienti italiani che hanno acquistato le sue polizze proprio in Italia. Nonostante l’IVASS monitori i conti delle polizze collocate in Italia, quando si parla di polizze di diritto estero i meccanismi contabili e di gestione seguono le leggi del Paese estero. Ciò significa che in caso di problemi contabili della Compagnia assicurativa, i liquidatori seguiranno le leggi del paese estero, con la nomina di avvocati esteri, commissioni estere, seguendo le norme del Paese di origine della Compagnia. Un bel problema per i clienti.

 

Inoltre, una polizza di diritto estero potrà contenere asset non consentiti dalla normativa italiana, se sono invece previsti nel Paese estero. Per esempio, per la polizza unit linked Challenge Pro, di Allianz Darta Savings, collocata in Italia proprio da Allianz, si può leggere a pag. 8 del Set Informativo che “il premio può essere investito in attivi non consentiti dalla normativa italiana in materia di assicurazioni sulla vita”. Allianz Darta Savings è il nome commerciale dell’impresa Darta Saving Life Assurance dac, con sede legale in Irlanda.

Perché sottoscrivere una polizza di diritto irlandese o lussemburghese?

Perché, dunque, sottoscrivere una polizza di diritto estero? E perchè molte polizze sono di diritto irlandese e lussemburghese? Non c’è un reale motivo a vantaggio dei clienti. Il vero motivo per cui queste polizze vengono costruite in Irlanda o Lussemburgo e poi collocate in tutta Europa, Italia inclusa, è che questi due Paesi sono piuttosto flessibili e permissivi nella metodologia di fabbricazione delle polizze. Questo non solo per quanto riguarda il loro contenuto (ovvero quello che ci si può mettere dentro), ma anche per quanto concerne i costi applicabili ai clienti, tra cui commissioni di caricamento elevatissime, costi di gestione sopra la media, performance mensili, eccetera. Questo fa sì che tali prodotti siano particolarmente remunerativi per chi li vende, ma molto meno per chi li compra. 

 

Ecco spiegato il motivo per cui i broker assicurativi spingono i clienti alla sottoscrizione di polizze unit linked, pur essendo pessimi prodotti.

Falsi miti delle polizze unit linked: come vengono vendute

Le polizze unit linked, pur avendo una struttura complessa e torbida, vengono vendute sfruttando alcuni presunti vantaggi, molti dei quali non veri o fuorvianti. Li vediamo uno ad uno.

Le polizze unit linked hanno convenienze fiscali: falso

Uno dei selling points più utilizzati dai collocatori delle unit linked è la loro presunta convenienza fiscale. Spesso si dice al cliente che il pagamento delle tasse sul capital gain e sul bollo viene posticipato al momento del riscatto, parziale o totale, permettendo al cliente di non pagare subito le tasse. Sebbene questo meccanismo sia effettivamente utile, non è nulla di diverso (bollo a parte) da quanto accade per un qualsiasi fondo comune non a distribuzione, come un normale ETF ad accumulazione. Non si tratta di un vantaggio esclusivo delle unit linked, ma piuttosto di una caratteristica comune di tutti gli strumenti ad accumulo – gestioni patrimoniali e fondi pensione esclusi.

Le polizze unit linked sono impignorabili e insequestrabili: falso

Un’altra grande leva commerciale usata per collocare le polizze unit linked riguarda la loro presunta impignorabilità e insequestrabilità. Questo non è vero. Al contrario, la Cassazione, con la Sentenza Cass. Civ. sez. II 12 Feb 2024 n.3785, ha stabilito che le polizze unit linked non beneficiano delle tutele previste dall’articolo 1923 c.c., per cui la loro impignorabilità e insequestrabilità non è affatto garantita. Questo perché si tratta di prodotti a contenuto puramente finanziario e speculativo, e senza finalità previdenziali.

Vantaggi successori: vero ma annullato dai costi

Il capitale assicurato con le unit linked – vale a dire le somme liquidabili ai beneficiari – non concorre a formare l’attivo ereditario, per cui questo sarà esente dalle imposte di successione. Questo è effettivamente un vantaggio in termini di pianificazione successoria, tuttavia va ricordato che in Italia le imposte di successione sono tutto sommato già abbastanza contenute (max 8% per i disgiunti, max 4% per coniuge o parenti in linea retta, franchigie piuttosto alte a favore degli eredi: Agenzia delle Entrate – Imposte di successione). Spesso infatti le franchigie sono tali da rendere già nulle in partenza le imposte di successione, e colpiscono solo patrimoni consistenti.

La vera domanda è: vale la pena sottoscrivere prodotti che possono raggiungere il 5% di costo annuo per evitare di pagare un eventuale 4% una tantum al momento della successione e sulle sole somme che eccedono la franchigia? Perché non sottoscrivere un normalissimo titolo di stato, che non ha costi, anche lui esente da imposta di successione?

Libera scelta dei beneficiari di polizza: vero, ma…

Nelle polizze unit linked è possibile scegliere liberamente i beneficiari, anche non appartenenti alla famiglia, ma va ricordato il vincolo di non lesione della legittima degli eredi legittimari. Per esempio, se ho due figli, Paola e Marco, il mio patrimonio complessivo è di 1 mln €, lo metto tutto nella polizza, e poi designo Paola come unica beneficiaria, questa designazione non avrà reale effetto, perché Marco è leso nella sua quota di legittima.

Cessione del contratto di assicurazione: vero, ma non esclusivo

Il contratto può essere trasferito dal contraente proprietario della polizza a un soggetto terzo. Questo è vero, così come si può trasferire la proprietà di un fondo o di altri strumenti finanziari. Non si tratta di un vantaggio esclusivo delle unit linked.

La polizza offre una copertura caso morte: fuorviante

Un altro elemento che viene speso con i clienti per convincerli a sottoscrivere le polizze unit linked riguarda l’implicita copertura caso morte: in caso di morte del beneficiario, la compagnia liquida ai beneficiari una somma determinata in base al valore del contratto (in genere superiore al valore di riscatto). Questo è vero, ma è del tutto fuorviante. I soldi sono già del cliente! In sostanza, il cliente si sta auto-assicurando: non sta trasferendo sulla Compagnia alcun rischio di morte, dal momento che in caso di decesso vengono liquidati ai familiari i loro stessi soldi, al limite di poco maggiorati. Nulla a che vedere con i benefici offerti da una classica TCM. Inoltre, la copertura caso morte viene fatta pagare annualmente al cliente, in genere con importi annui dell’ordine dello 0,25% del valore del contratto.

Le polizze unit linked garantiscono la restituzione del capitale versato: dipende

Se si tratta di una polizza “Guaranteed”, allora la unit linked garantirà la restituzione del capitale con una possibile minima maggiorazione. Qui il rischio demografico è a carico dell’assicuratore. In caso di polizze “Not Guaranteed”, al contrario, la garanzia di restituzione non è applicata.

Conclusione

In conclusione, le polizze ramo III unit linked presentano pochi vantaggi e molti svantaggi per chi le sottoscrive. Per prima cosa, questi tipi di prodotti presentano in genere costi elevati, che hanno un impatto negativo sui rendimenti. È del tutto naturale che i rendimenti delle polizze unit linked siano scadenti, ampiamente al di sotto di quelli prodotti dagli indici di mercato. Ai clienti viene detto che “si tratta di prodotti pensati per il lungo periodo”, di “aspettare ed essere pazienti”, ma non è così. Più si resta investiti nella polizza, e maggiori saranno gli oneri che si pagano e le inefficienze che si sostengono. 

 

Come secondo punto, le polizze unit linked sono di base prodotti complessi, e presentano una struttura “a matrioska” composta da molti involucri vuoti e opachi. È davvero complesso stabilire in cosa si investa realmente quando una unit linked viene configurata con 20 o 30 fondi differenti, ciascuno dei quali a sua volta può contenere altri fondi o strumenti differenti.

 

Infine, i falsi miti riguardanti i presunti benefici, sommati al pericolo della sede legale estera dell’impresa assicuratrice, rendono le polizze unit linked dei prodotti da cui è meglio stare alla larga.

 

Ecco dunque i miei pensieri su questi strumenti. Li conoscevi? Hai mai avuto esperienza?

 

Lasciami il tuo commento qui sotto!

 

A presto,

Francesco

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