Quanto investire in azioni?
Spesso gli investitori si chiedono quanta parte del proprio portafoglio dovrebbe essere rappresentata da azioni.
Qual è dunque la tua possibilità, desiderio, o bisogno di detenere un paniere di azioni in portafoglio?
Pur essendo un asset rischioso, inserire una quota di azionario può rivelarsi un’ottima mossa nella costruzione di buoni investimenti a lungo termine, perché permette di diversificare il portafoglio e ridurre il rischio complessivo.
In altre circostanze, l’azionario può rappresentare la quota di portafoglio destinata alla crescita.
Più in generale, l’azionario rappresenta quella parte di portafoglio con cui un investitore vuole beneficiare, nel tempo, dei successi e dei rendimenti dell’imprenditoria umana.
Vediamo quindi alcune linee guida pratiche per stabilire quanto investire in azioni per definire la propria asset allocation strategica.
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Quanto investire in azioni: I 4 fattori principali
1. Il Test dell’Orizzonte Temporale
Quando si valuta quanto investire in azioni, il primo aspetto da tenere in considerazione riguarda l’orizzonte temporale.
La regola generale è la seguente: minore è il tuo orizzonte temporale, minore dovrà essere anche la quota di azioni.
Il motivo è semplice: l’azionario può attraversare anni di rendimenti negativi. E anche durante i periodi positivi, possono comunque esserci crolli improvvisi durante l’anno.
Per esempio, nel 2020 il mercato azionario americano ha chiuso a +16%, ma durante l’anno ha registrato anche un -34%.
La grafica qui sotto di JP Morgan (tratta da JP Guide to the Market) relativa proprio allo S&P500 ti chiarirà le idee. Le colonne in grigio indicano il rendimento complessivo del mercato in un dato anno. I puntini rossi indicano invece i minimi del mercato nel corso di quello stesso anno:
Come puoi vedere, anche in anni molto positivi possono esserci delle discese momentanee significative, per non parlare degli anni in cui il mercato chiude al ribasso.
In definitiva, investire in azioni con un orizzonte temporale breve può essere molto rischioso.
Nell’immagine qui sotto ti mostro le linee guida di quanto investire in azioni in base al tuo orizzonte temporale.
Potremmo chiamarla Test dell’Orizzonte Temporale, e potrai usarla come punto di partenza per i tuoi ragionamenti:
2. Il tuo capitale-lavoro umano
Quanta è la tua capacità di generare reddito?
E che tipo di reddito riesci a generare, fisso o variabile?
In genere, se il tuo reddito è fisso, costante e sicuro puoi permetterti di investire più denaro in azioni.
Per esempio, considera il caso di un dottore, che viene pagato regolarmente dallo Stato. Siccome la sua fonte di reddito è costante e sicura, potrebbe potenzialmente permettersi di assumersi più rischio di chi, al contrario, percepisce un reddito meno sicuro. Per questo motivo, un medico potrebbe investire di più nell’azionario.
Poniamo ora il caso di un libero professionista con flussi di guadagno variabili, o di un imprenditore che opera in un settore ciclico. Siccome il loro reddito è incostante e non sicuro, entrambi dovrebbero considerare, come punto di partenza, di allocare meno denaro agli investimenti azionari.
Prendiamo infine il caso di una persona anziana: quanto dovrebbe investire in azioni? Siccome la sua capacità di generare reddito è limitata alla pensione e il suo orizzonte temporale si accorcia per motivi anagrafici, di norma si può considerare di investire in azioni una quota minoritaria (indicativamente del 20%).
3. Bisogno di liquidità
Definire quanto investire in azioni dipende anche dai bisogni di liquidità di un individuo o di una famiglia.
Infatti, la liquidità è l’asset che più di tutti ti permette di affrontare gli imprevisti della vita, come una cura dentaria o un’improvvisa manutenzione straordinaria dell’automobile.
Di norma, è bene lasciare liquida e pronta all’uso una quantità di denaro pari a 6-12 mesi del proprio tenore di vita.
Non solo, gli investitori accorti non investono in azioni la liquidità che sanno già di dover impiegare a breve in altri progetti della propria vita.
Per esempio, poniamo il caso di una giovane coppia che voglia comprare la casa tra un anno. La liquidità di cui già dispongono, e che intendono impiegare in questo progetto, non dovrebbe essere investita se non in titoli corti o conti deposito a breve termine.
Maggiore è il bisogno di liquidità, minore sarà la capacità di investire in azioni.
4. Hai alternative?
Anche il numero di alternative disponibili nella propria vita permette di stabilire quanto investire in azioni.
Il grosso problema degli investimenti azionari, infatti, sono i crolli improvvisi. Dopo un crollo, un mercato azionario può impiegare da pochi mesi a molti anni prima di riprendersi.
Come conseguenza, devi chiederti: che impatto avrà un crollo improvviso del mercato azionario sulle mie finanze? Ho la possibilità di aspettare anche a lungo prima che si riprenda? E ho le risorse per approfittare di questo crollo e investire di più?
Questi ragionamenti sono alla base della decisione di quanto investire in azioni, e si basano anche sul numero di alternative che si hanno.
Per esempio, se hai l’opzione di posticipare la pensione, potresti mantenere una buona quota di azioni, compatibilmente con la tua tolleranza al rischio, perchè riusciresti a gestire meglio un eventuale crollo dei mercati.
Allo stesso modo, se hai seconde case che potresti vendere o percepisci degli affitti, potresti considerare di prendere più rischio e investire più denaro in azioni.
Quanto investire in azioni: lo Stomach-Acid Test
Se stai per iniziare ad investire e intendi individuare la quota di azioni più congeniale per te, dovresti porti due domande fondamentali:
- Se il mercato azionario crollasse domani del 30%, riuscirò a dormire la notte?
- In tali circostanze, il mio futuro finanziario sarebbe a rischio?
- E riuscirei comunque a mantenere fede alla strategia di investimento che avevo stabilito in origine?
Se la risposta è “no” a una o più domande, dovresti considerare di partire con una quota di azioni contenuta, almeno all’inizio.
Nella pratica, potresti ricorrere al cosiddetto Stomach-Acid Test. Questo test si basa sulla tolleranza alle perdite di un investitore.
La capacità di un investitore di resistere ai periodi di ribasso dei mercati incorpora spesso il seme del successo futuro, ma non tutti accettano lo stesso grado di perdite.
In buona misura, infatti, il rendimento raccolto da un investitore sui mercati dipende proprio dal suo comportamento nei periodi di turbolenza, oltre che dall’efficienza degli investimenti che fa (a proposito di efficienza, è meglio investire in azioni usando buoni ETF azionari ad accumulazione).
Lo Stomach-Acid Test permette quindi di redigere una semplice tabella che funge come linea guida per definire quanto investire in azioni in base alle perdite che si è disposti a sostenere.
Eccolo in questa grafica:
La necessità di prendersi dei rischi
La necessità di prendersi dei rischi con gli investimenti è determinata dal tipo di rendimento di cui abbiamo bisogno per raggiungere i nostri obiettivi finanziari. Questo ci aiuta a definire quanto investire in azioni.
Se i nostri obiettivi sono molto lontani rispetto alle risorse di cui disponiamo oggi, allora dovremmo investire di più in azioni.
In mercati azionari possono aumentare di molto il patrimonio di una famiglia, anche di diverse volte, ma è necessario avere molta pazienza per compensare il rischio intrapreso. Inoltre, questo ragionamento presuppone che le risorse investite in azionario siano significative.
Il mio consiglio è dunque quello di separare fin dal principio i reali bisogni dai desideri, perché in questo modo si ha la giusta aspettativa nei confronti del rischio da prendere investendo in azioni.
Se una persona intende arricchirsi e decide di rischiare, può trovare infatti più conveniente la strada del duro lavoro rispetto alla ricerca del rendimento estemporaneo sui mercati azionari.
Fermo restando che non è davvero possibile diventare ricchi senza fare niente, un investitore potrebbe comunque porsi obiettivi di rendimento ambiziosi e rischiare sui mercati di conseguenza.
Prendersi dei rischi implica quindi il desiderio o bisogno di raggiungere un livello di ricchezza che ci renda soddisfatti a sufficienza. Quando si parla di ricchezza, ciascuno di noi ha un livello di soddisfazione personale differente. Il mio consiglio è il seguente: una volta raggiunto questo livello, valuta se conviene assumersi ancora del rischio per aggiungere altra ricchezza al tuo patrimonio. Il rischio è quello di rimanere esposti ad asset rischiosi anche quando il beneficio di un rendimento aggiuntivo è insignificante rispetto alla potenziale perdita.
In definitiva, se hai necessità o la voglia di assumerti dei rischi finanziari e hai il giusto tempo a disposizione, dovresti investire di più in azioni. Ma quando hai raggiunto un livello di ricchezza soddisfacente, dovresti considerare di rischiare meno, perchè non ne hai bisogno, e ridurre la tua esposizone alle azioni. Diventare ricchi e rimanerlo richiedono due approcci molto diversi tra di loro.
Conclusioni
Eseguendo questi test potrai avere un’idea di quanto investire in azioni.
Quando tutti i test ti danno la stessa risposta, il gioco è semplice. Per esempio, se il tuo orizzonte temporale è di 4-5 anni, la tua tolleranza alle perdite è del 10-15% e non hai grandi necessità di prenderti dei rischi, dovresti inserire in portafoglio una quota di azioni pari al 10-20%.
In caso di conflitto tra le risposte dei test, il mio suggerimento è quello di dare priorità a ciò che ti reca meno danno. Per esempio, se hai grande capacità di reddito e volontà di prenderti dei rischi finanziari, ma non ne hai bisogno, perchè hai già un buon patrimonio e un guadagno aggiuntivo da parte dei mercati non cambierebbe la tua situazione finanziaria, allora valuta se valga la pena di rischiare tanto con le azioni. In un caso simile, nel tuo processo decisionale potresti dare più peso al fatto che non hai necessità di assumerti dei rischi, e quindi investire in azioni una quota modesta del tuo patrimonio.
Altre volte, la decisione potrebbe essere ancora più complicata. In questi casi, ti consiglio di partire con la quota di azioni più bassa tra quelle che derivano dai test che ti ho presentato oggi.
Cosa ne pensi?
Che criteri usi per stabilire quanto investire in azioni?
A presto,
Francesco