Transizione energetica – investimenti in energie rinnovabili e batterie

Indice

Re di Denari avrai sentito che non si parla d’altro se non di transizione energetica. 

La transizione ecologica è una grossa trasformazione 

  • sociale
  • tecnologica
  • e ambientale 

 

che riguarda la produzione e il consumo dell’energia.

Stiamo passando 

  • dai sistemi di produzione e consumo di energia basati sui fossili (petrolio, gas naturale e carbone)
  • a fonti di energia rinnovabile come l’eolico e il solare. E alle batterie agli ioni di litio.

 

Negli ultimi due anni questo processo di sola andata ha vissuto grossi sviluppi.

Ma come cambierà il futuro? E quali sono oggi i maggiori investimenti nella transizione energetica?

Oggi ti presento una serie di dati interessanti.

Li ho estratti da questo report di Bloomberg preparato in occasione del 13° Clean Energy Ministerial (CEM) dello scorso 22-23 Settembre 2022.

Gli investimenti nella transizione energetica

Partiamo dai numeri.

Come sempre ti danno l’idea di quello che succede.

Nel grafico qui sotto vedi gli investimenti anno dopo anno nella transizione energetica per ogni nazione.

Nel 2021 sono stati investiti, in tutto il mondo, l’equivalente di 705 miliardi di dollari nella transizione ecologica.

I due player mondiali più importanti sono Cina e Stati Uniti.

Per l’Europa l’esponente principale è ovviamente la Germania, seguita da UK e dalla Francia.

Noi invece siamo la fettina giallina tra la Polonia e il Brasile.

Ciò che mi ha colpito del grafico qui sotto è l’accelerazione della Cina nell’ultimo anno (colonnina rossa):

La Cina stava viaggiando dal 2015 a una media di circa 170 miliardi di dollari di investimenti annui (un’enormità), decina più decina meno.

Nel 2021 ha incrementato questa quota del 70%, portandosi a quasi 300 mld.

La Cina, da sola, investe oggi nella transizione energetica quasi quanto tutti gli altri Paesi del mondo messi insieme.

Investimenti in energia rinnovabile ed elettrificazione

In cosa investono le varie nazioni in tema di transizione ecologica?

In due cose, principalmente:

  • Energie rinnovabili
  • Elettrificazione dei trasporti

 

Guarda. 

Sono le due colonnine azzurra e viola qui sotto:

Fai un rapido conto delle persone intorno a te che hanno messo il fotovoltaico negli ultimi anni.

Fai un altro conto di quante case automobilistiche propongono oggi nella loro gamma almeno un modello full electric o hybrid. 

In pratica tutte. 

Infatti, più di un veicolo su 10 venduto oggi è plug-in.

Ti torna anche dalla tua esperienza, no? 

Ma solo un paio di anni fa non era così. 

E i numeri lo confermano:

Questo ti dà anche l’idea di quanto l’adozione di queste tecnologie stia avvenendo in fretta e su larga scala.

Energie rinnovabili e elettrificazione sono oggi al centro dei riflettori degli investitori.

Dei 700 mld di dollari investiti nel 2021 in tutto il mondo, ben 616 mld sono finiti in questi due segmenti.

È quasi il 90%.

La competitività del rinnovabile e l’avanzata delle batterie

Perché succede questo?

Uno dei motivi più importanti è che le rinnovabili – e tra tutte il solare – sono sempre più competitive economicamente.

Sono cioè sempre più sostenibili:

Nella parte a sinistra vedi la crescita degli investimenti 

  • nelle rinnovabili (colonnina blu) 
  • e nelle tecnologie di stoccaggio dell’energia (colonnina grigia – in pratica le batterie).

 

Nella parte a destra vedi il costo livellato dell’energia (LCOE) per le diverse fonti energetiche, rinnovabili e non.

L’indice LCOE ti permette di capire la competitività di differenti tecnologie di generazione di energia elettrica.

Ogni fonte energetica richiede infatti tecnologie e impianti specifici per essere sfruttata. 

Non solo, gli impianti hanno una differente efficienza e longevità a seconda della fonte energetica che utilizzano. E richiedono una manutenzione ad hoc. 

Per esempio, mantenere una centrale a carbone o una eolica non è la stessa cosa, a parità di energia prodotta.

Se devo capire quale fonte energetica mi conviene di più, tenendo conto di tutti questi fattori specifici, come posso fare?

Devo riuscire in qualche modo a equiparare i diversi costi di produzione dell’energia.

Devo metterli cioè tutti sullo stesso piano.

È qui che entra in gioco il parametro LCOE.

LCOE è infatti una stima del costo medio necessario per 

  • finanziare
  • e mantenere

 

un impianto di produzione energetica nel corso della sua vita utile, in relazione a quanta energia quell’impianto è in grado di fare.

In questo modo, con un solo parametro posso confrontare i costi dell’energia prodotta da due diverse fonti energetiche, includendo tutto.

Ad esempio, posso dire che l’eolico è meno costoso del nucleare confrontando i rispettivi valori LCOE.

È chiaro quindi che più l’indice LCOE è basso e meglio è. 

LCOE diventa così un riferimento per il prezzo a cui vendere l’energia per unità di energia elettrica generata, al fine di avere un adeguato ritorno economico di tutti i costi (finanziamento dell’impianto, produzione, manutenzione eccetera).

I nuovi investimenti in energia rinnovabile riguardano il solare

Non tutti gli esperti concordano sull’utilizzo del LCOE per confrontare la competitività delle fonti energetiche.

Per esempio, a questo link trovi una critica.

In ogni caso, ad oggi, il parametro LCOE è di gran lunga il più utilizzato.

Guarda il solare nel 2009 nel grafico di prima.

L’indice LCOE era altissimo. In sostanza gli impianti solari non convenivano granchè. Erano costosi e producevano poca energia.

Ma a distanza di 12 anni, l’energia solare è diventata la forma di energia più competitiva, insieme all’eolico.

Questo, associato ai grossi passi avanti fatti nelle tecnologie di accumulo, ha dato enorme spinta all’installazione di impianti solari ed eolici, appunto.

Per darti un’idea di quanta nuova energia produciamo ogni anno nel mondo con queste due fonti, guarda le due colonnine gialla e azzurra del grafico qui sotto:

Il solare ha prodotto +182 nuovi gigawatt nel 2021 rispetto al 2020. E la sua barretta gialla è sempre più in espansione.

L’eolico ha fornito +90 nuovi gigawatt rispetto al 2020.

Giusto per info, con un solo gigawatt sostieni i consumi elettrici di 750.000 famiglie.

Nel campo delle rinnovabili, il solare è la fonte di energia più in crescita dal 2014.

Ma perchè il solare è cresciuto ancora più dell’eolico?

Semplice.

Non puoi mettere una pala eolica in mezzo a una città. Ma puoi mettere molti pannelli solari sui tetti.

Le pale sono invece rumorose e non tutti i luoghi aperti sono adatti all’installazione.

Il costo dei pannelli è inoltre molto più accessibile. È alla portata delle famiglie, che usufruiscono di diversi sgravi statali.

Nel frattempo, le batterie hanno inoltre compiuto grossi passi avanti.

Il ruolo della Cina nella transizione energetica

La Cina sta giocando questa partita da primatista.

Rivedi la prima immagine di questo articolo.

Sono già più di 5 anni che la Cina, da sola, investe nella transizione energetica quasi quanto il resto del mondo messo insieme.

Non solo.

La Cina resta il player dominante in gran parte dei segmenti della catena del valore della produzione di batterie e tecnologie per il solare.

Questo comprende:

  • la raffinazione di cobalto e litio, metalli utilizzati nelle batterie
  • produzione di elettroliti, anodi, catodi e celle per le batterie
  • realizzazione di componenti fotovoltaici, wafer, lingotti, celle e moduli.

 

Gran parte di tutte queste attività avviene in Cina:

A questo si accompagna uno sviluppo verticale delle tecnologie di tutta la filiera produttiva, dall’estrazione mineraria, alla progettazione, realizzazione e smaltimento delle batterie.

Guarda quante auto elettriche ci sono in Cina:

La ricchezza mineraria e lo sviluppo tecnologico rendono la Cina la capofila dei Paesi coinvolti nella transizione energetica.

Come investire nella transizione ecologica?

Se vuoi investire nella transizione ecologica hai due strade.

La prima è individuare le aziende che ritieni possano avere un elevato valore intrinseco rispetto al prezzo riconosciuto dal mercato e comprare le loro azioni.

È un mestiere molto difficile, da analisti.

E spesso nemmeno loro ci azzeccano. 

In un mondo dominato dagli eventi coda, dall’improbabile e dalla casualità, beccare i vincitori di domani è davvero difficilissimo. A volte è solo questione di fortuna.

Leggi: 

 

Dall’altra parte puoi comprare dei fondi tematici.

Con i fondi tematici elimini il rischio specifico dell’investimento in singole aziende, riducendo le possibilità di andare in rovina fino eventualmente ad azzerarle.

Con un fondo compri un paniere, e più è diversificato e numeroso meglio è.

Nell’ultimo anno sono confluiti circa 60 miliardi di dollari nei fondi europei a tema “Energy Transition”:

Il punto dei fondi tematici è che vanno di moda.

E quando qualcosa va di moda, alcune questioni prioritarie (come i costi dei fondi stessi) passano in secondo piano.

La vendita è così trascinata dall’entusiasmo di investire “nelle imprese del domani” e nel “mondo pulito”. 

È facile convincere un investitore a mettere da parte la questione “costi”.

Di conseguenza, non è difficile trovare fondi attivi a tema Green Energy che applicano costi di sottoscrizione del 5% e costi correnti per un altro 2% sulla gestione del patrimonio.

Re di Denari ricorda: quando investi, i costi degli strumenti sono uno dei primi punti da guardare.

Sono la prima causa di inefficienza dell’investimento!

Un costo simile è in grado di farti perdere migliaia di euro di rendimento. 

O decine di migliaia, dipende da quanto investi.

In questo articolo puoi trovare un approfondimento della questione:

 

Anche all’interno degli ETF, troviamo costi abbondantemente sopra la media del settore.

Ora ti mostro comunque come cercarli e filtrarli.

Nessun consiglio di investimento.  

Se hai deciso di investirci, esegui delle ricerche indipendenti e scegli in autonomia.

ETF green economy, energia rinnovabile & Co

Ecco dove puoi trovare una lista di ETF a tema transizione energetica.

Vai sul sito justetf.com nella sezione “Ricerca ETF”.

Nella barra di ricerca a sinistra clicca su “Azioni” e poi “Tema”:

A questo punto si aprono diverse possibilità di scelta del tema.

Per esempio, sono nati ETF che investono in aziende impegnate nell’economia idrica. O altri che hanno più focus sulle energie rinnovabili, altri ancora sull’idrogeno, eccetera.

L’industria degli investimenti propone qualsiasi cosa:

 

Per esempio, scelgo “energia pulita”. 

Nella schermata che si apre vedo questo:

Come ti anticipavo, questi ETF non hanno costi indifferenti.

Talvolta i costi sono giustificati da un’analisi di selezione dei titoli. Che poi questa sia efficace e produca rendimenti superiori è tutto da verificare.

Altre volte è solo un discorso commerciale.

In linea di principio, dovresti considerare un investimento in questi strumenti in funzione:

  • del tuo obiettivo
  • e del contesto generale della tua strategia di investimento

 

Dove si colloca un investimento di questo tipo nell’ambito del mio piano finanziario? 

Quali bisogni e obiettivi voglio soddisfare nell’ambito della mia strategia complessiva?

Queste secondo me sono le domande corrette da farsi.

In azione

La transizione energetica è un processo di sola andata.

Oggi iniziamo a vederne gli effetti, tra le altre cose, con 

  • la diffusione del solare 
  • l’aumento delle vendite dei veicoli elettrici
  • e l’avanzata delle tecnologie di elettrificazione

 

Le tecnologie avanzano velocemente e l’adozione di massa può essere anche più vicina del previsto.

Se vuoi partecipare come investitore a questa opportunità, sappi che:

  • non è una cosa nuova e non sei il primo/a
  • è un investimento soggetto a possibili mode passeggere
  • le industrie confezionano prodotti costosi (fondi attivi ma anche ETF) 

 

Esegui le tue ricerche in autonomia e domandati se e come si collocano questi investimenti nel tuo panorama finanziario.

A presto,

Francesco

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2 risposte

  1. Ottimo articolo, come sempre; ma, mi chiedevo, con tutto questo fiorire di uso di batterie, un’ottima fonte di investimento tematico potrebbe essere il riciclo dell’enorme numero di batterie che vanno accumulandosi: purtroppo non esistono (o non sono riuscito a trovarli) ETF che investano solo nel riciclo delle batterie, ma solo ETF sulla produzione di batterie. Lei che ne pensa?

    1. Ciao Mauro,
      grazie per il complimento. Da una breve ricerca anche io non sono riuscito a trovare ETF specializzati solamente nel riciclo delle batterie. Inoltre, se anche esistesse, probabilmente ci sarebbe una questione di altissime aspettative: a che prezzo verrebbro offerte le azioni di aziende che si specializzano nel riciclo delle batterie, quando già oggi sappiamo che la domanda di questi prodotti/servizi sarà elevatissima? Probabilmente molto alti. O forse troppo alti. In questo caso quindi l’investitore pagherebbe il prezzo dell’aspettativa, che potrebbe essere ben più elevato del valore del business, anche messo in prospettiva (che è invece ciò a cui lei sta giustamente pensando). A questo punto, non è detto che il risultato dell’investimento sia così buono, anche se il business cresce davvero, perchè è stato pagato troppo all’inizio. I mercati azionari prezzano sempre oggi le aspettative del domani.

      Comunque, è possibile che le stesse aziende che producono batterie nuove – o che in generale sono coinvolte nello sviluppo di soluzioni di stoccaggio – siano chiamate a sviluppare anche delle tecnologie per il riciclo. Questo sia per un discorso di know-how tecnologico sia per un discorso legato alla riduzione dell’impatto ambientale.

      In generale, ritengo che investimenti così setttoriali vadano maneggiati con cura e per una piccola porzione di portafoglio. Di solito il rischio specifico di questi strumenti finanziari è elevato.

      Spero di essere stato d’aiuto.

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