ETF smart beta: una nuova strada

Indice

Gli ETF smart beta possono risolvere il conflitto tra i fondi a gestione attiva e quelli a gestione passiva. 

Forse questa cosa non ti dice granchè. 

Invece, dovresti sapere che quando investi anche un solo euro in un fondo, ricadi in una delle due categorie.

I fondi a gestione attiva sono i classici fondi di investimento che ti vende la banca.

Sono diretti da un gestore che stabilisce la strategia di investimento.

Lui e il suo team decidono:

  • cosa comprare e cosa vendere
  • quando farlo
  • e in generale come gestire il portafoglio 

 

Per scegliere i titoli, il gestore si basa anche su dei fattori di investimento.

Vediamo cosa fanno.

I fattori di investimento

Immagina di fare una dieta.

La tua dieta comprende molti cibi, ma i nutrienti fondamentali (acqua esclusa) sono relativamente pochi: proteine, carboidrati, grassi, fibre, vitamine, sali minerali.

In base a come vuoi combinarli, decidi i piatti. E ti fai il tuo menù, scegliendo strategicamente 

  • quali cibi mangiare
  • e quando mangiarli

 

sulla base dei risultati che vuoi raggiungere. 

Lo stesso fanno i gestori.

Devi pensare alla loro strategia di investimento come fosse il menù.

Questo menù cambia a seconda dei risultati che il gestore vuole raggiungere.

Il loro menù è fatto di titoli, così come il tuo è fatto di cibi.

E così come cibi che scegli hanno determinati nutrienti (pescati dalle macro categorie viste prima) anche i titoli hanno una serie di caratteristiche, pescate da alcune macro categorie.

Nello specifico, queste categorie sono:

  • Valore (value)
  • Ad alto potenziale di crescita (growth)
  • Tendenza (momentum)
  • Alta qualità (quality)
  • Grande/piccola capitalizzazione (Big/small cap)
  • Basso rischio (minimum volatility)

 

Questa immagine ti aiuta a capire:

Per esempio, prendi una mela. È fatta di zuccheri, fibre e qualche sale minerale.

Allo stesso modo, un titolo come Johnson & Johnson è ad alta capitalizzazione e con bassa volatilità (basso rischio). Sono le sue “sostanze nutritive”.

Ogni titolo ingloba quindi uno o più di quei fattori.

Ecco il gioco dei gestori: creare il loro menù di investimento (le strategie) combinando e gestendo i titoli sulla base dei fattori di investimento su cui vogliono puntare.

I fondi attivi hanno un costo

Il gestore vuole essere pagato per questo lavoro. 

Sarai tu a pagarlo, così come pagherai con continuità la rete commerciale della banca che ti ha venduto il fondo.

I costi che sostieni sono di diversi tipi (ingresso, uscita, gestione, performance…).

Ti rimando all’articolo qui sotto per un approfondimento sui costi degli investimenti:

 

Per sapere se il gestore fa un buon lavoro, le sue performance vengono misurate contro quelle di un mercato di riferimento, chiamato benchmark.

Per esempio, un fondo attivo che investe in azioni americane large cap avrà come benchmark di riferimento l’indice S&P500.

Se, al netto dei costi, il gestore fa meglio dell’indice con continuità, allora il suo lavoro è valido, e ha senso pagarlo. 

L’alternativa per te sarebbe infatti quella di investire in un fondo passivo, come un ETF, che si limita a riprodurre il benchmark con costi bassissimi.

All’inizio ti dicevo che quando investi in un fondo hai due opzioni (gestione attiva o passiva), no?

I fondi attivi hanno performance scadenti

Purtroppo per gli investitori, è stato ampiamente dimostrato che i fondi attivi – nella media –  non battono quelli passivi.

Guarda cosa dice Morningstar, in questo report.

Ti riporto i risultati: se scegli un fondo attivo e lo tieni 10 anni, hai meno di una possibilità su 4 che quel fondo batta il suo fondo passivo di riferimento, che riproduce fedelmente il benchmark.

In sostanza, stai pagando il gestore (e la rete bancaria) per farti consegnare un rendimento inferiore sul tuo investimento. 

Come dire, hai pagato caro un menù che alla fine non ti ha saziato.

Ma perché i gestori non riescono a fare tanto bene?

Il problema più grosso sono proprio i costi.

Gli ETF Smart Beta entrano in gioco proprio in questo contesto.

ETF smart beta: cosa sono?

Gli ETF smart beta sono dei normali ETF, ma un po’ più “intelligenti”.

Smart beta indica infatti un coefficiente intelligente che inserisce uno o più fattori di investimento all’interno dell’ETF.

Fino a poco tempo fa, infatti, la possibilità di inserire dei fattori di investimento (che non fossero la capitalizzazione) era prerogativa del gestore.

Ora puoi costruire anche tu la tua dieta fattoriale, usando degli ETF che tracciano uno specifico indice costruito ad hoc su predeterminati fattori.

Per esempio, potresti voler acquistare un ETF focalizzato solo sui titoli dell’ S&P 500 che pagano alti dividendi e al tempo stesso hanno bassa volatilità.

I fattori che vuoi quindi includere nella tua dieta americana sono:

  • Alti dividendi
  • Minimo rischio

 

In questo modo puoi “giocare” con i tuoi fattori proprio come farebbe il gestore. Senza però preoccuparti della selezione dei titoli, visto che lo fa l’ETF per te.

Gli ETF smart beta sono quindi strumenti passivi che replicano un indice, ma questo indice è scelto in modo attivo. Il gestore definisce attivamente e nello specifico cosa tracciare all’interno di un certo mercato.

La gestione del sottostante di un ETF smart beta è dunque attiva. Ecco perchè gli ETF smart beta collegano i due mondi – la gestione puramente attiva e quella puramente passiva.

Il vantaggio?

I costi!

Gli ETF smart beta costano qualcosa in più dei normali ETF, ma comunque molto meno dei fondi attivi tradizionali.

Per esempio, l’ETF:

 

replica i titoli value di tutto il mondo al costo dello 0,30% annuo. 

Un fondo attivo che seleziona e gestisce titoli value di tutto il mondo potrebbe costarti 10 volte tanto.

Migliori ETF smart beta - come sceglierli

Per selezionare i migliori ETF smart beta, puoi usare justETF.

Vediamo come fare.

Passo 1

Collegati al sito justETF.com e clicca su “Ricerca ETF”

Passo 2

Una volta dentro, clicca su “Azioni” e poi “Strategia azionaria”:

Passo 3

Si apre un menù a tendina che ti mostra i vari fattori di investimento:

immagine raffigurante come scegliere i migliori etf smart beta

Passo 4

Scegli il tuo fattore preferito, sulla destra si aprirà l’elenco degli ETF costruiti in base a quel fattore.

Qui sotto per esempio ho preso il fattore “Qualità”.

Ordina ora gli ETF in base dimensione del fondo. Gli ETF più grandi e meno costosi sono in genere i migliori ETF smart beta disponibili sul mercato per quel fattore.

Eccoti un’immagine di esempio:

immagine raffigurante i migliori etf smart beta

Per migliori ETF smart beta non intendo quelli che rendono di più. Questo non posso saperlo e non lo sa nessuno.

Con questo termine voglio indicarti i migliori ETF smart beta per come sono costruiti.

Per scegliere correttamente un ETF smart beta, guarda bene le informazioni all’interno del KIID e del foglio informativo. 

Al limite, rivolgiti a un consulente finanziario autonomo (non quello della banca, lui non te li propone perchè ha un conflitto di interessi con te).

Gli ETF smart beta hanno dei rischi

Come ogni strumento di investimento, anche gli ETF smart beta hanno dei rischi.

Il primo, è proprio del fattore che hai scelto.

Per esempio, se scegli 

  • una strategia growth 
  • basata su small cap

 

allora dovrai accettarne anche la volatilità.

Gli ETF smart beta hanno alcune differenze importanti con gli ETF tradizionali.

Vediamoli. 

#1 - Il benchmark è costruito ad arte

ll punto di forza degli ETF smart beta può diventare anche il suo tallone d’Achille

La scelta del sottostante è una decisione attiva del gestore. 

Si suppone che lui faccia il lavoro migliore possibile, ma non puoi saperlo con certezza. Potendo costruire benchmark di ogni tipo, è chiaro che possono esistere una valanga di ETF smart beta con diverse rischiosità a carico dell’investitore. 

Il confronto rischio/rendimento con gli indici generali diventa più complesso. Non c’è di mezzo solo la capitalizzazione. Studia bene il KIID e valuta se il prodotto fa davvero al caso tuo.

#2 - Su che ETF smart beta stai puntando?

Gli ETF smart beta sono più complessi dei normali ETF. 

Se scegli di puntare su un fattore, devi conoscere a fondo  le sue caratteristiche. 

È un po’ come voler fare una dieta particolare. 

Se fai una dieta iperproteica, devi saper bilanciare correttamente i cibi per non avere problemi di salute. 

L’alternativa è seguire una classica e generale dieta mediterranea, che apporterà benefici in senso lato. 

La dieta mediterranea è un po’ come scegliere un ETF standard sui mercati generali. 

La dieta iperproteica è un po’ come prendere un ETF smart beta particolare. 

Non è sbagliato, ma devi sapere cosa stai facendo.

Di nuovo, affidati a un consulente autonomo se non sai bene come muoverti.

#3 - I fattori sono ciclici

Non scegliere un ETF smart beta sulla base delle performance passate. Potrebbe portarti fuori strada.

I mercati sono ciclici, e anche i fattori.

Una strategia momentum smette di funzionare quando iniziano a prevalere quelle contrarian.

Una strategia value alterna momenti positivi e meno positivi con quelle growth.

Attenzione quindi! 

Selezionare un fattore di investimento alla moda, o perchè ne senti parlare su Instagram, potrebbe rivelarsi una scelta sbagliata. Sia nell’immediato futuro sia nel lungo periodo.

ETF smart beta su Borsa Italiana

Non tutti gli ETF smart beta sono quotati su Borsa Italiana.

Come fai a distinguerli?

Ecco qui:

Passo 1

Dopo aver scelto il tuo ETF smart beta, seleziona “scheda informativa”.

Qui sotto, per esempio, ho scelto l’ETF IWQU (il primo della lista del passo 4 precedente):

Passo 2

Una volta aperto il documento, nella parte “Informazioni sulle negoziazioni” vedi dove è quotato lo strumento. Qui vedrai se questo ETF smart beta è su Borsa Italiana.

Di solito questo specchietto sta in seconda pagina:

ETF smart beta su borsa italiana

Fatto!

Questo ETF smart beta è quotato su Borsa Italiana.

Valuta così anche tutti gli altri, se è un elemento critico per te.

In azione

In questo articolo abbiamo visto cosa sono gli ETF smart beta e che tipo di problema risolvono.

Gli ETF smart beta sono nati per risolvere il conflitto tra la gestione attiva e quella passiva.

Si tratta di ETF intelligenti, che includono uno o più fattori di investimento nella loro strategia.

In questo modo, anche un investitore retail può fare il gioco dei gestori.  Può quindi scegliere che peso dare ai vari fattori di investimento sulla base delle sue conoscenze o aspettative.

Gli ETF smart beta presentano alcuni rischi, motivo per cui vanno trattati con un po’ di cura.

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E tu che ne pensi degli ETF smart beta? Lasciami qui sotto i tuoi commenti!

 

Francesco

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