Azioni growth: occasione di acquisto?

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È il momento di iniziare a comprare azioni growth?

I mercati finanziari stanno soffrendo. Alcuni più di altri. Il Nasdaq Composite, ad esempio, qualche giorno fa ha toccato un -23,4% dai suoi massimi:

Potresti chiederti se valga la pena iniziare a comprare azioni growth.

In questo articolo cercheremo di dare una risposta. Non sarà una questione da “si” o “no”. Vedremo di definire un ragionamento che può aiutarti a trovare una risposta personale.

Cosa sono le azioni growth

Di solito senti che l’investitore growth è uno che compra azioni “costose”, che scambiano ad elevati P/E.

Scambiare ad alti P/E significa – in sostanza – che il prezzo di quell’azione è alto rispetto agli utili che produce.

Detta così, sembra che a un investitore growth non importi il valore di quello che sta comprando. Il che non è corretto.

Piuttosto, un investitore growth è uno che investe in aziende che il mercato individua come ad alto potenziale di crescita. Spesso queste società non generano ancora flussi di cassa (e utili) elevati, ma hanno la possibilità di farlo un domani.

L’investitore growth ripone dunque il valore del suo acquisto proprio in questa presumibile crescita futura. Non cerca aziende sottovalutate per le attività già in essere. Al contrario, cerca aziende sottovalutate rispetto al potenziale di crescita che esprimono. Alti P/E sono una conseguenza: paghi questa chance.

Di norma, le azioni growth non distribuiscono dividendi. Questo è sensato. Siccome le aziende che le emettono spingono sulla crescita, ogni utile prodotto viene reinvestito. Ciò favorirà una crescita più rapida.

D’altro canto, se lo stacco dei dividendi viene meno, per l’investitore è un rischio. Potrà contare solo sull’aumento del prezzo dell’azione.

Caratteristiche delle azioni growth

Puoi trovare azioni growth in ogni mercato e settore industriale. Molte sono small-cap, ma non è un dogma. Tesla è senza dubbio un’azione growth, pur essendo un colosso.

È intuitivo che ne troverai maggiormente nei settori più innovativi e con elevati livelli di tecnologia. Infatti, le aziende più innovative sono spesso anche pionieristiche. In genere sviluppano tecnologie rivoluzionarie.  Questo apre loro la possibilità di accaparrarsi – in futuro – grosse fette di mercato, facilitando il processo di crescita.

Immagina un laboratorio di biotecnologie. Supponi che sviluppi un nuovo trattamento per il cancro. Potrebbe diventare un’azione growth grazie a:

  • brevetti che deposita
  • clienti fedeli e convinti
  • tecnologia autoprodotta che la pone in testa ai competitor

 

Non è difficile immaginare che il laboratorio dotato di tecnologia all’avanguardia conquisterà nuovi clienti. Cercherà di espandere il suo business con aggressività e molta rapidità.

Il reinvestimento degli utili servirà a produrre tecnologie e brevetti ancora più nuovi.

In questo modo l’azienda potrà assicurarsi una crescita di lungo periodo e un vantaggio tecnico sui concorrenti.

Azioni growth oggi

Il Nasdaq Composite è l’indice più profondo che racchiude azioni growth americane. Contiene oltre 3.700 titoli. Funge da incubatore per le aziende ad alta crescita e con forte potenziale tecnologico.

Il più famoso Nasdaq 100 è una sorta di “sottoinsieme” del Nasdaq Composite. Contiene circa 100 azioni, emesse dalle aziende principali del Composite. Il Nasdaq 100 è costruito per capitalizzazione. Ci trovi dentro aziende gigantesche come Apple, Amazon, Microsoft e Tesla. Ci sono alcuni limiti per permettere una buona diversificazione.

Ecco come stanno andando alcune tra le più note negli ultimi 6 mesi:

  • Microsoft -18%
  • Tesla -25,7%
  • Amazon -32%
  • Facebook -38,5%

 

Altre vanno ancora peggio:

  • Zoom -66,3% (-82% dai massimi)
  • Netflix -73%
  • Teladoc -78%

Perché le azioni growth crollano in questo modo?

Non è semplice dare una risposta, forse nemmeno esiste LA risposta giusta.

È più probabile che sia un mix di cause. Una è senza dubbio la presenza di inflazione sostenuta e i recenti rialzi dei tassi decisi dalla FED. E un’altra è che molte azioni tech sono cresciute senza nessun limite o quasi negli ultimi anni, soprattutto dalla Pandemia in poi.

Prendi Spotify. Dal minimo di Marzo 2020, è cresciuta di oltre il 200%. 

Nel periodo gennaio – ottobre 2020, Zoom ha sparato un +800% (in 10 mesi!).

In finanza niente può crescere all’infinito senza subire mai nemmeno una battuta d’arresto. E’ sostenibile un aumento del genere per tutto il comparto? Il mercato ha detto di no. Non è possibile ottenere rendimenti del genere senza nemmeno un crollo lungo la strada. Il rischio-rendimento funziona così.

Siamo quindi in presenza di una naturale regressione che ha riportato sulla terra dei prezzi che erano volati in cielo.

Riprendiamo le stesse azioni dall’inizio del 2020, prima del Covid:

La linea arancio è Tesla. È l’unica ad aver mantenuto una performance stellare in tutto questo periodo.

La linea viola è proprio Zoom. Dal picco di ottobre 2020, il prezzo è crollato di oltre l’80%. Si trova comunque a +40% rispetto a gennaio 2020!

Potrebbe essere che un’azienda come Zoom sia perfino sottovalutata adesso. Si trova a circa +10% rispetto a febbraio 2020, cioè appena prima del crollo. In sostanza, ha lo stesso prezzo di 2 anni fa. Ma nel frattempo, quanto sono cambiate le prospettive di crescita dei servizi digitali che offre?

E’ già successo in passato?

Negli anni 70 è successa una cosa simile.

Dal 1969 al 1972 le azioni growth hanno vissuto una bull-run in stile titoli tech nel 2020 appena visti.

Molti titoli caldi del tempo erano un po’ sulla bocca di tutti.

Azioni come Coca Cola, IBM e Walt Disney avevano conquistato l’attenzione sia degli investitori istituzionali che dei retail. Questo a causa della crescita vertiginosa che stavano vivendo.

IBM, per esempio, dagli inizi del 1969 fino a Dicembre 1972 è cresciuta del 90%. Nello stesso periodo, The Walt Disney Company ha fatto +700%.

Nel gennaio 1973 è iniziata per questi titoli una discesa catastrofica. Il crollo è durato fino alla fine dell’estate del 1974. Momento in cui il mercato ha toccato il fondo. Le azioni di The Walt Disney Company sono passate da 2,47 dollari a 0,47 dollari. Un calo dell’82%. IBM è passata da 20,80 a 9,54 dollari per azione, una diminuzione del 54%. Coca Cola ha perso il 68%. McDonald il 73%.

Com’è andata dopo?

Ecco gli stessi titoli dall’autunno 1974 fino al 1984:

Una ripresa forte e molto duratura, sebbene inframezzata da alcuni stalli.

Per alcune di loro, i decenni dopo sono stati perfino meglio.

Dall’ 1984 al 1999, Mc Donald ha fatto oltre il 1.200%. The Walt Disney e Coca Cola sono intorno al +3.500%. Per intendersi, +3.500 % significa che 1.000 dollari sarebbero diventati 36.000.

IBM però non ha avuto una sorte simile. Negli stessi anni, ha sottoperformato il mercato. In questo gruppetto, è stata quella che è andata peggio.

Alcune azioni growth degli anni ’70 non sono più nemmeno pubbliche. È il caso di Polaroid, per esempio.

Selezionare i vincitori è difficile. Come gruppo, gli investitori non guadagnano molto dalla selezione dei titoli. 

Ti ho parlato di quanto incide la selezione dei titoli nei rendimenti di un portafoglio in Rendimento portafoglio: da cosa dipende?

In azione

In questo articolo abbiamo visto alcune caratteristiche delle azioni growth:

  • sono azioni per le quali il mercato si aspetta molta crescita nel futuro
  • spesso sono small cap e non distribuiscono dividendi, ma non è un obbligo
  • vengono emesse da aziende che operano nei settori più innovativi e tecnologici
  • alcune di loro diventeranno i maggiori player del mercato, facendo soccombere i vincitori di oggi
  • sono in grado di stravolgere le regole del gioco del settore in cui operano grazie a nuovi brevetti, clientela convinta, e innovazioni disruptive

 

Questi fattori si accompagnano allo stesso tempo a crolli di valore azionario improvvisi e molto violenti. Per alcune azioni, queste discese sono perfino irrecuperabili.

Gli investitori growth, pur avendo un orizzonte di lungo periodo, possono andare in grave difficoltà nelle fasi più volatili dei mercati. In pochi mesi è possibile azzerare i guadagni di anni e anni.

D’altro canto, proprio nel lungo periodo, il comparto growth è stato finora in grado di offrire rendimenti strabilianti.

Nel contesto di oggi, il mercato azionario growth potrebbe offrire un’occasione di acquisto per gli investitori disposti a correre questo rischio.

Ecco alcune domande da porsi per poter prendere una decisione:

  1. Qual è il mio orizzonte temporale?
  2. Come mi sento all’idea di investire in un mercato in cui i prezzi crollano?
  3. Se investo oggi e il mercato continuerà a scendere, come reagirò?
  4. Riuscirò ad essere disciplinato durante i futuri crolli che il mercato attraverserà?
  5. Ho considerato l’idea di investire in un paniere diversificato per ridurre il rischio di selezionare i perdenti?

 

Ecco due risorse utili per poter approfondire la questione di come prendere decisioni di investimento:

  1. Come decidere quanti soldi investire – parte 1
  2. Come decidere quanti soldi investire – parte 2

 

Se hai dubbi o domande scrivi qui sotto.

 

Un abbraccio,

 

Francesco

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