È meglio investire in azioni o ETF?
Riprendiamo la fantastica storia di Jason DeBolt.
Te ne ho parlato in Come non perdere soldi in borsa sui mercati azionari.
Jason DeBolt ha fatto il colpo della vita con lo stock picking, cioè con la selezione di titoli.
Comprava solo ed esclusivamente azioni Tesla. Le ha accumulate per anni. Quello è stato il suo cavallo vincente.
Viveva in modo semplice. E dedicava ogni risparmio a sostenere la creazione di Musk. Non ha mai mollato. Aveva – e ha ancora – una fiducia incrollabile.
Jason DeBolt si è ritirato dal lavoro all’età di 39 anni. Con un patrimonio che superava i 10 milioni di dollari.
I giornalisti come al solito hanno dedicato moltissima attenzione a questa storia.
Lo fanno con tutte le storie eclatanti. Questo è naturale per il tipo di lavoro che fanno: notizie del genere fanno presa sul pubblico.
Chi non vuole sentire l’incredibile storia di Jason, un uomo normale con un lavoro normale, che diventa ricchissimo grazie a una scommessa vinta?
Il reale problema è che queste “informazioni” distorcono la realtà.
Si chiama “distorsione da sopravvivenza”.
Ora te la spiego.
La distorsione da sopravvivenza
Tendiamo per natura a sopravvalutare le probabilità di successo di qualunque cosa: un progetto, una missione, di un esame all’università.
Perchè?
Semplice. Siamo circondati da storie di successi. E le storie di successo hanno sempre molta visibilità.
I fallimenti sono invece invisibili. Quindi vengono ignorati.
Pensa a quando andavi a scuola. Ti è mai successo che un amico abbia superato un compito difficile senza aver studiato?
Magari uno studente su due è stato bocciato. Lui invece ce l’ha fatta.
Scommetto che nessuno ha dato peso ai rimandati. Chi se li ricorda?
Nessuno ha nemmeno parlato di chi è arrivato preparato all’esame, ma non l’ha comunque superato.
Scommetto però che tutti ricordano la storia del tuo amico, che ha superato un esame difficile pur non avendo studiato.
L’esempio è banale, ma è per trasmetterti il concetto.
A posteriori, qualcuno avrà anche detto
“È andata bene a lui, che era impreparato. Andrà bene anche a me, ho delle buone possibilità.”
Questo è il bias da sopravvivenza.
Le chance di superare quell’esame sono basse, ancora di più senza preparazione. Ma siccome tutti ricordano la storia di successo del tuo amico, ecco che la narrativa standard diventa: potrai superare l’esame anche se non sei preparato.
Il problema è che questa storia racconta un evento eccezionale e fortunato e lo trasforma nel percorso campione di riferimento.
Una circostanza che però aveva una probabilità di accadere davvero molto bassa.
Storie simili sui mercati: ma stavolta ci si fa male
La stessa cosa accade sui mercati finanziari.
Se trasformi le storie fortunate in racconti standard di riferimento, rischi di farti malissimo.
La narrativa ti acceca. Le probabilità che si verifichino eventi eccezionali e molto fortunati sono basse, ma tu vedi solo quelle. E le prendi come riferimento per le tue scelte di investimento.
Tutti ricorderanno la storia di Jason. È incredibile, senza dubbio.
Nessuno ricorderà invece la storia delle oltre 20.000 persone che hanno perso la pensione con il fallimento di Enron.
Non è altrettanto incredibile?
Cosa hanno fatto di diverso da Jason quelle 20.000 famiglie?
Lui ha scommesso tutto su Tesla. Loro avevano tutti i risparmi della pensione investiti in Enron. Magari erano pure spinti dall’azienda.
Che differenza c’è?
La storia di Jason ha fatto il giro del mondo. Con ogni probabilità verrà ricordata.
Le -n storie di persone che hanno perso tutto investendo nelle azioni dell’azienda xyz e che poi è saltata per aria non lo saranno – o lo saranno molto meno. Verranno per lo più dimenticate.
Hai mai sentito parlare delle persone che hanno bruciato tutto il loro patrimonio con il fallimento di Lehman Brothers? Quante famiglie sono state stroncate? Nessuno lo sa. E nemmeno si conoscono nomi e cognomi.
Ricordati questo: quando hai a che fare con il caso, il cimitero dei non sopravvissuti è molto popolato e silenzioso.
Al contrario, basta un piccolo gruppo di vincitori fortunati per attirare attenzione e distorcere la percezione della probabilità degli eventi.
Storie fortunate e storie sfortunate
La verità è che Jason DeBolt ha avuto una fortuna incredibile.
Si è assunto un rischio elevatissimo, ha vinto e quindi la sua storia di successo ha fatto il giro del mondo.
Poteva però perdere tutto e saltare per aria – in un altro percorso campione. La sua storia poteva essere molto diversa.
Avremmo avuto una storia silenziosa di “Jason DeBolt, l’ordinario dipendente di Google che investiva tutto in Tesla ed è finito sul lastrico”.
In quel caso, nessuno avrebbe parlato di Jason DeBolt. Nessuna straordinaria vincita.
Avrebbe al contrario popolato il cimitero dei non sopravvissuti insieme a tanti altri. Sarebbe stato invisibile.
Al massimo, la sua storia sarebbe stata presa come esempio delle cose da non fare. Se mai qualcuno si fosse preso la briga di raccontarla – difficilmente un giornalista.
Ecco quindi il primo concetto di questo articolo.
Se decidi di investire il tuo capitale in azioni singole, ti esponi di più alla casualità degli eventi che non investendo in un ETF che replica un mercato intero.
Gli esiti possibili dello stock picking coprono tutto il range che va:
- dalla ricchezza sfrenata
- fino alla perdita totale del proprio investimento
Questo è tanto più vero quanto più lo stock picking è concentrato su pochi titoli altamente volatili. Il caso estremo è proprio quando di titoli in portafoglio ce ne metti uno solo.
Ora vediamo come comportarsi di fronte alla scelta azioni vs ETF.
Meglio investire in azioni o ETF? Un primo confronto
Proprio perchè le storie alla Jason attirano, gli investitori cercano di selezionare i titoli e di battere il mercato.
La cosa ha un certo fascino, altrimenti nessuno la farebbe. Anche se abbiamo già visto in Rendimento portafoglio: da cosa dipende? che i ritorni sugli investimenti dipendono più dall’asset allocation che non dalla stessa selezione dei titoli.
In ogni caso, agli investitori piace tentare di fare meglio del mercato (benchmark) di riferimento.
Battere il mercato significa proprio questo: se il benchmark fa +15% e tu con la selezione dei titoli fai +16% – al netto dei costi – hai battuto il mercato.
Il nostro amico Jason ha strabattuto il mercato. Prendiamo come riferimento l’indice S&P 500. Guarda come ha performato Tesla:
Il confronto è quasi imbarazzante.
La linea blu è proprio l’indice S&P500, che sembra piatta. Eppure, dal 2010 ha fatto un notevole +245%.
Un rendimento assoluto del +245% significa che 10.000€ investiti nel 2010 sarebbero diventati ad oggi quasi 25.000€.
Ma non è nulla in confronto a Tesla. Che nello stesso periodo ha fatto +18.373%.
Gli stessi 10.000€ sarebbero diventati quasi 2 mln€.
Questo è (stra)battere il mercato. La selezione dei titoli attira perchè battere il mercato potrebbe cambiare la vita.
O almeno, sentiamo solo le storie di successo che ce lo raccontano.
Meglio azioni o ETF? Attenzione alla volatilità
Se scegli di investire in modo concentrato il tuo capitale per puntare al colpaccio, dovrai fare i conti con la volatilità.
Te lo spiego con un esempio.
Guarda il grafico del prezzo delle azioni Meta (ex Facebook) degli ultimi mesi:
Al di là della discesa del titolo (-57% da ottobre 2021), ciò che colpisce è la variazione di prezzo tra il 2 e il 3 febbraio scorsi.
Il 3 febbraio Meta ha aperto le quotazioni a -27% rispetto al giorno prima.
Questa è volatilità.
La volatilità è una misura statistica della dispersione dei ritorni di un certo titolo – o indice – attorno alla sua media.
Quando un titolo è molto volatile, il suo prezzo può salire o scendere con molta violenza in poco tempo.
Un -27% in un giorno rientra in questo caso.
Nel mercato azionario, alta volatilità si traduce in alto rischio – in genere.
Per avere ritorni alla Tesla, dovrai accettare il rischio dato dalla volatilità elevata.
Non tutte le azioni sono volatili come Tesla e Meta. Ci sono settori in cui le azioni hanno fluttuazioni di prezzo molto più contenute.
Come fai a sapere se un’azione è volatile o no?
Devi guardare il suo beta.
Beta è una misura della volatilità di un’azione rispetto al suo mercato di riferimento.
Per convenzione, il benchmark ha beta uguale a 1.
Supponi di avere un’azione con beta pari a 2.
Che significa?
Beta uguale a 2 significa che per ogni variazione di prezzo del benchmark, il titolo storicamente si muove di 2 volte. Cioè del doppio.
Esempio:
- Il mercato fa +10? Il tuo titolo storicamente fa +20%.
- Il mercato fa -20%? Di solito il tuo titolo fa -40%.
Tesla e Meta sono due titoli con beta ben superiore a 1.
Ma perchè te ne parlo?
Meglio azioni o ETF? Meglio ETF se la volatilità è bassa
Ecco il perchè: sarà difficile diventare ricchi facendo stock picking su titoli poco volatili.
I settori che mostrano piccole dispersioni di rendimenti attorno alla media non offrono dei vantaggi nella selezione dei titoli. Le performance delle aziende nel loro insieme saranno infatti simili.
Per esempio, i settori
- delle utilities
- e dei beni di prima necessità
ricadono in questa categoria.
In questo caso, cercare di selezionare i cavalli vincenti non ha senso. Ti assumeresti il rischio specifico dell’impresa senza motivo.
Perchè assumere più rischio nel tuo investimento quando un ETF che replica quel mercato ti offrirebbe lo stesso ritorno a un rischio molto inferiore?
Perchè esporsi alla possibilità di perdere tutto il patrimonio senza avere in cambio dei potenziali ritorni superiori al benchmark del settore che hai scelto?
Per questi settori, il rendimento delle singole aziende è già vicino al rendimento dell’intero settore. Quindi è meglio comprare direttamente tutto il settore con un ETF.
Se il settore performerà meglio della media del mercato generale – il solito S&P500 – otterrai questa extra performance tanto con le singole stocks quanto con un ETF selettivo su quel settore.
In questo caso, il discorso è quindi differente.
Non dovresti chiederti su quale cavallo puntare all’interno di quel settore specifico. Dovresti piuttosto chiederti quanta parte del tuo portafoglio vuoi dedicare a quei settori presi per intero.
Meglio azioni o ETF? Meglio ETF quando non è chiara la fonte dei rendimenti
Ora considera questo altro scenario.
Supponi di voler fare stock picking in un settore in cui le aziende mostrano volatilità nei ritorni.
Per esempio, prendiamo il segmento delle biotecnologie. O più in generale, un settore in cui operano aziende innovative per cu il successo dipende dalla vendita di tecnologie potenzialmente dirompenti, che però non sono ancora state testate.
Può avere senso fare stock picking qui dentro. Vuoi i tuoi cavalli vincenti. Se li selezioni correttamente, potresti avere una storia alla Jason DeBolt (oppure, al contrario, alla Enron…).
C’è un piccolo problema.
Come fai a sapere quali titoli hanno più probabilità di produrre extra-rendimenti?
Non lo sai.
C’è troppa incertezza. Anche se fai studi approfonditi sulle aziende, l’investimento diretto in una di loro è più un atto di fede che un semplice tentativo di arricchimento.
Per esempio, prendi un’azienda farmaceutica. Se il suo successo dipende dall’approvazione di un suo farmaco sperimentale, hai due scenari:
- Gli enti non approvano il farmaco – anche il tuo futuro è in bilico quanto il loro
- Gli enti approvano il farmaco – potresti trarre grossi vantaggi come investitore
In queste circostanze così incerte, non puoi trovare un modo per abbassare il rischio e al tempo stesso migliorare le performance del tuo investimento facendo selezione dei titoli.
La tua probabilità di selezionare i vincitori è piuttosto bassa.
Se non ti è chiaro quali sono i fattori che permettono a un’azienda di sovraperformare nel suo settore, potresti quindi considerare un ETF.
Lo stesso può accadere in altri settori, come quello dei semiconduttori o dell’estrazione mineraria. Alcuni player di questi settori si trovano in Paesi Emergenti. L’instabilità politica aggiunge incertezza all’incertezza.
Ti spiegavo in Perchè investire nei mercati emergenti? i rischi e le opportunità nell’investire in questi mercati.
Anche in questi casi, un ETF potrebbe essere la scelta migliore.
Meglio azioni o ETF? Alcuni casi per lo stock picking
Le cose potrebbero cambiare un po’ se disponi di informazioni di valore – purché pubbliche – rispetto al resto del mercato.
Per esempio, per lavoro potresti entrare in possesso di informazioni di rilievo su alcune aziende semi sconosciute. Queste novità sono pubbliche, ma potrebbero essere state ignorate. Oppure, il loro valore frainteso dal pubblico.
Questo capita alle volte con le small cap. Di solito sono poco seguite dagli investitori istituzionali, come le banche. Di conseguenza, può succedere che il prezzo delle loro azioni non incorpori tutte le informazioni disponibili.
Questo può portare a una svalutazione del loro prezzo rispetto al valore. Lì potrebbero annidarsi degli ottimi affari.
Hai quindi trovato un’ inefficienza del mercato.
Inoltre , se
- sai come sta performando l’azienda rispetto al suo settore
- e sei in grado di stabilire il valore dell’azienda attraverso l’analisi dei suoi fondamentali
potrai aumentare le tue chances di successo nella scelta dei tuoi cavalli vincenti.
Potresti adottare anche una strategia di contrarian value investing per la selezione dei titoli. Alcuni studi hanno scoperto che ci possono essere situazioni in cui selezionare cattive aziende può portare grossi ritorni per gli investitori.
Ho scritto un articolo su questo tema sul Blog di Dedalo Invest: Le cattive aziende possono essere buoni investimenti?
In azione
Quando decidi se acquistare azioni singole o ETF, guarda al rischio e al potenziale ritorno dell’operazione.
Lo stock-picking potrebbe portare a dei vantaggi quando:
- La dispersione dei rendimenti rispetto alla media è elevata – cioè il titolo è volatile
- Conosci a fondo un settore o un’industria e sei in grado di trarre vantaggio dalle tue conoscenze
La volatilità può portare sia dei vantaggi enormi che delle perdite disastrose. Per questo motivo, se intendi procedere con questo approccio dovresti comunque
- preferire un approccio diversificato del tuo portafoglio
- e dedicare allo stock picking una piccola porzione del tuo portafoglio
Ci saranno sempre storie alla Jason DeBolt. Per ogni storia di grandi e fortunati successi, ricorda che c’è un cimitero sterminato di insuccessi silenziosi.
Gli ETF offrono diversi vantaggi rispetto alla selezione dei titoli:
- quando le aziende nel settore che hai scelto hanno poca dispersione dei rendimenti rispetto alla media
- quando non sei in grado di trarre vantaggio da conoscenze personali
- e in generale quando non hai nessuno strumento per discriminare i potenziali vincitori dai perdenti
Spero ti sia stato d’aiuto.
Un abbraccio,
Francesco